Davide Astori , per la giustizia fu omicidio colposo.
Lo ha deciso il gup Antonio Pezzuti, condannando il professor Giorgio Galanti.
Quest’ultimo ex direttore del centro di medicina dello sport di Careggi a un anno di reclusione e a un milione e 90 mila euro di danni.
250 mila a favore della compagna del calciatore Francesca Fioretti, 240 mila per la figlia Vittoria.
I restanti 600 mila per i genitori del capitano viola, Renato e Giovanna, e per i fratelli Marco e Bruno.
Davide morì per problemi cardiaci in un hotel di Udine il 4 marzo 2018, mentre si trovava in ritiro con la Fiorentina.
Con l’archiviazione della posizione del dottore Francesco Stagno, responsabile dell’istituto di medicina dello sport di Cagliari.
Alla sbarra è finito un solo imputato, Giorgio Galanti, ex direttore della Medicina Sportiva dell’ospedale fiorentino di Careggi, accusato di omicidio colposo.
L’ipotesi era che avrebbe potuto individuarne la grave patologia al cuore al momento della visita agonistica cui l’aveva sottoposto nel luglio 2017.
Stando alla consulenza del cardiologo Domenico Corrado, docente all’ateneo di Padova, il giocatore fu ucciso da una “cardiomiopatia ventricolare maligna”.
Il professor Galanti diede l’idoneità agonistica al calciatore della Fiorentina , nonostante fossero emerse, nelle prove da sforzo, aritmie cardiache.
Aritmie che avrebbero suggerito di disporre l’ECG Holter24 e la Risonanza Magnetica Cardiaca.
Grazie a quegli esami si sarebbe potuto giungere ad una diagnosi tempestiva, che avrebbe salvato Davide.
L’accusa aveva chiesto un anno e mezzo di reclusione.
E, in attesa delle motivazioni, la difesa ha già annunciato ricorso.
Francesca Fioretti, visibilmente emozionata, ha commentato così ai cronisti presenti:
“Come sapete è stata pronunciata una sentenza di condanna, io sono molto felice ed orgogliosa perché finalmente è stata fatta giustizia a Davide, anche se sono molto dispiaciuta perché oggi lui poteva essere qui con me.
Spero vivamente che questa sentenza possa servire in futuro a salvare una vita umana, anche una sola”.