Dopo il lockdown per l’emergenza coronavirus a partire dal 15 giugno ci sarà la riapertura delle frontiere nella maggior parte dei paesi d’Europa e si potrà dunque riprendere a viaggiare liberamente all’interno dell’area Schengen e nell’Ue.
Malgrado la volontà di tutto il vecchio continente di far ripartire il settore del turismo e dei trasporti, entrambi fermi fermi da mesi, non tutti i paesi sono concordi sulla decisione di riaprire, specie agli italiani. Nelle ultime settimane i più rigorosi su questo punto sono stati i governi di Austria e Grecia, con seguenti polemiche e con il ministro degli Esteri Di Maio impegnato in queste settimane in un vero e proprio tour in Europa per parlare con i suoi omologhi e mostrare i buoni dati sul calo dei contagi in Italia.
Oggi, 9 giugno, Di Maio è ad Atene per cercare di risolvere il nodo legato al tema dei flussi turistici con la Grecia. Allo stato attuale delle cose il governo ellenico ha deciso di imporre limitazioni per i cittadini che provengono dalle regioni italiane considerate ad alto rischio di contagio, che dovranno dunque sottoporsi a un test all’arrivo per poter entrare. Tra queste figurano Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Dal 15 giugno, invece, potranno arrivare senza restrizioni da Albania, Australia, Austria, Macedonia del Nord, Bulgaria, Germania, Danimarca, Svizzera, Estonia, Giappone, Israele, Cina, Croazia, Cipro, Lettonia, Libano, Nuova Zelanda, Lituania, Malta, Montenegro, Norvegia, Corea del Sud, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Finlandia.
La lista, come aveva annunciato il ministro degli Esteri Theoharis, verrà ampliata dal primo luglio con altri paesi.
Riapertura delle frontiere: la situazione in Austria
In Austria il governo di Sebastian Kurz è in procinto di pronunciarsi sul confine di terra tenendo contro anche della proposta di Bolzano sulle iniziali riaperture regionali.
Dal 22 giugno ripartiranno, intanto, anche i collegamenti aerei tra Vienna a Milano Malpensa e il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg si dice “molto fiducioso” per quanto riguarda l’apertura del confine con l’Italia già nei prossimi giorni: “Stiamo valutando un approccio regionale”.
La. riapertura delle frontiere con l’Austria sarà dunque graduale e escluderà in un primo momento regioni considerate oltre il Brennero ancora come dei focolai, una tra tutte la Lombardia.
“Contano i dati e i fatti e stiamo lavorando intensamente per un ripristino della libertà di circolazione”, ha aggiunto Schallenberg, sottolineando che i dati epidemiologici la scorsa settimana non avrebbero ancora consentito una riapertura del confine con l’Italia. Diverso, ma non per questo meno tortuoso, il caso della Svizzera che, dopo una lunga discussione, il 15 giugno riaprirà i confini anche agli italiani.
Dove resta l’obbligo di quarantena?
Iniziamo col dire che nella maggior parte dei paesi che riapriranno le frontiere dal 15 giugno non ci sarà nessun obbligo di quarantena di 14 giorni per chi arriva. Ci sono però delle eccezioni. Il Regno Unito impone l’isolamento a chiunque sbarchi con o senza sintomi da Covid-19, prevedendo multe da almeno mille sterline per i trasgressori, a partire dall’8 giugno.
Va così anche in Polonia, ma dal 13 giugno è previsto un allentamento delle misure restrittive ai confini. C’è poi la Croazia che non prevede una quarantena per i cittadini provenienti dall’Italia, ma il nostro paese non è tra i 10 indicati dall’esecutivo di Zagabria che possono entrare liberamente senza limitazioni. Restano poi inviolabili per gli italiani i confini di Danimarca, che accetta solo turisti dalla Germania, Norvegia e Islanda.
Fonte: Notizie.it