Crisanti: “Non credete a chi vi dice che il Covid è morto”
Per qualche settimana è stata la premiata ditta in grado di ‘arginare’ il Coronavirus e contenere il numero dei contagi in Veneto, creando un vero e proprio modello. Ma una volta terminata l’emergenza le tensioni tra Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, e Luca Zaia, governatore del Veneto, sono diventate palesi anche a mezzo stampa.
Tra i due, infatti, l’idillio è bello che finito. E il capo del Comitato Tecnico-Scientifico del Veneto è pronto a lasciare l’incarico perché contrario alle posizioni del presidente veneto. “Gli ospedali tornano a riempirsi, questo è il risultato della scelta di Zaia di affidarsi a chi dice che il virus è morto” ha affermato in una recente intervista.
Per Andrea Crisanti, infatti, l’errore di Zaia è l’aver messo in primo piano l’esigenze politiche a discapito della salute dei suoi cittadini:
“Era necessaria una comunicazione che invitasse a prudenza e responsabilità. Si sta dando la colpa agli immigrati, ma ci sono anche tantissimi italiani contagiati”.
Anche perché, sempre secondo il virologo veneto, si è abbassata la linea di guardia: “Io avevo proposto il concetto della sorveglianza attiva, ora invece la maggior parte dei tamponi viene eseguita solo sul personale sanitario ed il territorio è completamente trascurato”.
C’è una data in cui l’idillio tra Crisanti e Zaia è terminato: “Fino al 17 marzo le cose sono andate bene, poi lui ha cambiato atteggiamento” ha rivelato il virologo patavino.
“Evidentemente gli ha dato fastidio la mia popolarità e ha voluto attribuire ad altri meriti che non erano loro, ma miei. Io non voglio essere associato a ciò che sta succedendo oggi, il Veneto al momento sta seguendo una linea opposta a quella in cui credo”.