Mariolina Castellone, senatrice campana del Movimento 5 Stelle, con un lungo post su Facebook ha spiegato le scelte del Governo in merito alle zone e i colori delle varie Regioni:
“La seconda ondata ci ha investito in maniera violenta ed è sotto gli occhi di tutti che fosse necessario prendere decisioni tempestive mantenendo un equilibrio tra tutela della salute pubblica e tenuta socio-economica del Paese. Proprio per questo sarebbe stato assurdo adottare le medesime misure indiscriminatamente su tutto il territorio nazionale.
Dopo il Dpcm però, sono arrivate le proteste dei governatori delle regioni classificate come zone rosse ed arancioni. L’ennesima manifestazione di un atteggiamento divisorio che rende ancora più difficile la gestione della pandemia fin da marzo scorso.
«Quando si adottano gli esiti dei monitoraggi per definire l’appartenenza a una zona rossa, arancione o gialla, non c’è discrezionalità politica del ministro della Salute, non c’è negoziazione, il bene dei cittadini non possiamo permetterci di lasciarlo a valutazioni politiche» sono state queste le parole del Premier Giuseppe Conte, il quale ha precisato che le uniche valutazioni politiche sono quelle delle misure tripartite, mentre l’appartenenza all’una o all’altra area sfuggono a qualsiasi contrattazione.
C’è stato, tra l’altro, un ampio e costante confronto con le Regioni; anzi, si può dire che le disposizioni sono frutto di un lungo lavoro di discussione e confronto, che ha presumibilmente ritardato di un giorno l’entrata in vigore dei provvedimenti.
Ecco perché è improprio parlare ora di confronto con le Regioni, che sono “parte del sistema”; il confronto deve avvenire semmai con i cittadini.
Per collocare le regioni nelle diverse aree è stato utilizzato un metodo matematico, precisamente un diagramma di flusso, creato proprio per regolare con un impianto logico-matematico le attivazioni e le disattivazioni delle misure restrittive.
Non a caso il Premier ha parlato di “oggettività del percorso”, in quanto la valutazione si effettua inserendo i valori numerici ed i dati relativi a ben 21 parametri, qui elencati:
1. Numero di casi sintomatici;
2. Numero di casi ricoverati;
3. Numero di casi in terapia intensiva;
4. Numero di casi in isolamento domiciliare;
5. Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie;
6. Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata;
7. Percentuale di tamponi positivi;
8. Tempo tra data inizio sintomi e data diagnosi;
9. Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento;
10. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate al contact tracing;
11. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate al prelievo e al monitoraggio di contatti stretti e delle persone in isolamento;
12. Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati;
13. Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni;
14. Indice Rt;
15. Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-Net per settimana;
16. Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno;
17. Numero di focolai di trasmissione;
18. Numero di nuovi casi di infezione confermata, non associati a catene di trasmissioni note;
19. Numero di accessi al pronto soccorso con sintomi riconducibili al Covid;
20. Tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid;
21. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti Covid.
I dati analizzati sono forniti al Ministero della Salute proprio dalle regioni; di fatto secondo il Dpcm la valutazione delle zone rosse e arancioni deve essere ripetuta con frequenza almeno settimanale. Ossia nella pratica, sulla base dei dati cumulativi raccolti dal lunedì alla domenica, a cui si aggiunge tutto lo storico precedente e dunque il trend di medio periodo. Il passaggio ad una zona più scura viene rivalutato ogni settimana, mentre il ritorno in fascia più chiara più avvenire solo dopo due settimane di dati rassicuranti.
E’ di natura intuitiva la seguente deduzione: quando la curva epidemiologica si aggrava, le regioni hanno più problemi a raccogliere dati e trasmetterli e dunque, per esempio, non hanno molto senso le motivazioni del governatore Fontana, che si lamenta di analisi su dati vecchi, poiché il mancato conferimento dei dati da parte di una Regione è esso stesso un elemento che suggerisce ed indica un elevato livello di problematicità nella gestione dell’epidemia.
Le decisioni – conclude il suo post Mariolina Castellone – prese da questo governo sono state messe in campo SEMPRE per tutelare la salute pubblica. Nessuno si azzardi anche solo a supporre che si stia facendo un gioco politico sulla pelle dei cittadini. Non è il “nostro” modo di fare politica”.