Secondo uno studio realizzato dagli esperti di Sage, il comitato composto dai migliori scienziati nazionali in materia di pandemie e malattie
infettive, nel Regno Unito una seconda ondata di Coronavirus potrebbe causare 85mila morti e portare a nuove misure restrittive almeno fino a
marzo 2021, ad esclusione della chiusura delle scuole. Ma gli scienziati sottolineano: “Si tratta del peggior scenario possibile e non di una previsione”.
“Se il Regno Unito dovesse attraversare il prossimo inverno una seconda ondata di Coronavirus, è probabile che moriranno almeno altre 85mila persone”.
Come riporta Fanpage.it, i numeri sono impressionanti e arrivano da uno studio governativo, realizzato dagli esperti di Sage, il comitato
composto dai migliori scienziati nazionali in materia di pandemie e malattie infettive, reso noto nei giorni scorsi dalla BBC, che contiene una
previsione del peggior scenario possibile nel caso in cui la curva epidemiologica dovesse cominciare a risalire nei prossimi mesi. In altre parole, le
vittime da Covid-19 nel Paese potrebbero raddoppiare la cifra attuale, che è pari a 41.501.
Se la situazione dovesse precipitare fino a questo punto, hanno aggiunto gli esperti, è possibile che verranno reintrodotte misure restrittive almeno fino a marzo 2021, anche se lo studio non parla di un lockdown totale né della chiusura delle scuole, che cominciano a riaprire proprio oggi in Gran Bretagna.
realizzarsi, e che i dati sono soggetti a “notevole incertezza”. Tra i presupposti dello studio, c’è il fatto che
le scuole rimarranno aperte e che le misure di tracciamento, isolamento e quarantena messe in campo dal governo saranno efficaci solo al 40%
nel ridurre la diffusione di Covid al di fuori degli ambienti familiari. Oltre al numero dei decessi, il
modello scientifico elaborato suggerisce anche quante persone potrebbero aver bisogno di cure ospedaliere tra novembre e marzo prossimi,
compresi i ricoveri in terapia intensiva. In tal senso, secondo gli scienziati circa il 2,4% delle persone infette potrebbe essere ricoverato in
ospedale, con il 20,5% dei pazienti ospedalizzati che entrano in rianimazione e il 23,3% di tutti i pazienti ospedalizzati che muoiono.
Ma non tutti sono d’accordo con queste cifre. Il Professor Carl Heneghan, dell’Università di Oxford, ha detto ad esempio che alcune delle ipotesi
fatte nello studio di Sage “non sono plausibili” e che il rapporto presuppone che “non abbiamo imparato nulla dalla prima ondata di questa
malattia”.
Ma un portavoce del governo britannico ha difeso il lavoro svolto: “In qualità di governo responsabile, abbiamo pianificato e continuiamo a
prepararci per una vasta gamma di scenari, incluso quello peggiore, affinché il nostro sistema sanitario e funerario non vadano al collasso”. Il
periodo autunnale e invernale, infatti, con un aumento dell’influenza stagionale, viene ritenuto il più pericoloso per un secondo picco di contagi,
che, dopo una breve diminuzione nei mesi immediatamente successivi al lockdown, sono tornati ad aumentare, come nel resto dell’Europa. Solo
nelle ultime 24 ore i Uk sono stati registrati 1.406 nuovi casi, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza sanitaria a 336.000.
Fonte: Fanpage.it