Cosa succederà con la fase 2 dell’emergenza coronavirus?
È questa la domanda che tutti si fanno in queste ore.
Basterà il distanziamento sociale per evitare che esplodano dei nuovi focolai e per scongiurare una risalita della curva di contagi?
Di sicuro la parola d’ordine alla base di qualsiasi piano per la riapertura delle attività produttive sarà ‘gradualità’.
C’è poi un altro aspetto da tenere presente, per poter ricominciare a popolare le strade delle città. Lo ha ricordato anche l’epidemiologo Andrea Crisanti: “Occorrerà accettare di rinunciare almeno in parte alla propria privacy”.
L’estate poi sarà un capitolo a parte. Non si sa ancora quello che succederà per la stagione balneare, se sarà concesso o meno l’accesso in spiaggia e a quali condizioni. Ma un primo ragionamento è possibile farlo, se si restringe il campo ai prossimi due mesi.
L’ultimo decreto del governo, che contiene il prolungamento della fase del lockdown (anche se nel nostro Paese non è mai stato totale), è valido fino a lunedì 13 aprile.
Pasqua come tutti sappiamo sarà domenica 12 aprile, e dopo il lunedì di Pasquetta i giorni festivi non sono finiti: ci saranno il 25 aprile, la festa della Liberazione (anche se quest’anno è di sabato), e l’1 maggio, la festa dei Lavoratori, che cade di venerdì.
Per evitare che gli italiani, tentati dalle belle giornate e dal clima mite, escano di casa per fare gite ritrovandosi in luoghi affollati, è plausibile che le misure restrittive proseguano per tutto il mese di aprile.
Per questo motivo la prima data utile per cominciare a pianificare un ritorno alla normalità sarà lunedì 4 maggio.
Questo non significa che saranno di nuovo consentiti gli assembramenti, che continueranno a essere vietati ancora a lungo, ma vuol dire che a poco a poco si potrà tornare a uscire di casa, passeggiare, a incontrarsi con parenti e amici, naturalmente rispettando la regola del distanziamento sociale (bisogna mantenere almeno un metro di distanza), e utilizzando i dispositivi di protezione, come guanti e mascherine.
Naturalmente, cinema, teatri, pub e ristoranti saranno gli ultimi a riaprire.
Per quanto riguarda la ristorazione probabilmente apriranno prima i locali che hanno tavoli all’aperto per i clienti.
Mentre per quanto riguarda i bar i proprietari dovranno impedire l’affollamento al bancone, e prevedere tavoli distanziati. Gli eventi pubblici continueranno ad essere vietati anche a maggio, così come le feste nei locali pubblici o all’aperto, e così pure le manifestazioni.
Però subito dopo le celebrazioni pasquali, come scrive anche Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera di oggi 7 aprile, è probabile che ripartano alcuni settori dell’imprenditoria e del commercio.
Se dovessero continuare a scendere il numero dei contagiati e i ricoveri le prime attività a riaprire dopo il lunedì dell’Angelo potrebbero essere “alcune imprese di supporto alla filiera alimentare e farmaceutica, alcune aziende meccaniche, ma anche qualche negozio che vende prodotti per il tempo libero o forniture per gli uffici”.
In ogni caso potranno riaprire solo le aziende in grado di garantire gli standard di sicurezza.
Come ha ricordato sempre il Corriere della Sera, solo nel mese di maggio, se l’R0 sarà stabilmente prossimo allo zero, si potrà consentire una circolazione più libera, anche se con diverse limitazioni: per esempio non sarà permesso sostare in gruppo per strada o negli spazi verdi, gli ingressi nei negozi saranno ancora scaglionati, e dovremo ancora fare la coda per entrare nei supermercati e negli uffici, rigorosamente ad almeno un metro di distanza l’uno dall’altro.
Anche nella fase 2 dell’emergenza coronavirus dovremo astenerci dal frequentare barbieri, parrucchieri e centri estetici. Però non è escluso che a certe condizioni alcune attività possano riaprire a maggio: una possibilità è che si valuti caso per caso, e cioè che, come avviene negli studi medici, e nei laboratori di analisi, sia consentita l’apertura al pubblico, se ci sono le condizioni di sicurezza, previa concessione di una specifica autorizzazione.
I luoghi adibiti allo sport e in generale allo svago non sono contemplati in questo momento nel piano per la ripartenza. In certi luoghi è infatti impossibile assicurare il distanziamento sociale. Scrive ancora il Corriere della Sera: “Molto più complicata appare la strada per la riapertura di tutti quei luoghi — sia per lo sport, sia per lo svago — dove è più difficile impedire il contatto tra le persone e dunque il rischio di contagio da Covid-19. E per questo si ritiene assai difficile pensare di rendere accessibili le discoteche e i luoghi di aggregazione per i giovani”.
Anche per quanto riguarda i trasporti il 4 maggio non equivarrà a un ‘liberi tutti’. Per il momento metropolitane e autobus funzionano, ma a regime ridotto. E in ogni caso non sono molte le persone a circolare in questa fase di blocco quasi totale. Ma anche se le scuole dovessero rimanere chiuse quando riapriranno molte attività si riproporrà il problema della folla sui mezzi pubblici.
Una delle ipotesi per far fronte al problema è quella dell’impiego di controllori, che dovranno controllare che i passeggeri a bordo rispettino la distanza di sicurezza tra loro. Fonte: Fanpage.