Coronavirus: quasi 500 nuovi focolai. “Stiamo peggiorando”
Sono 1.374 i focolai di coronavirus attivi in Italia, di cui 490 nuovi: sono entrambi dati in aumento per la quarta settimana consecutiva.
“Questo – emerge dal monitoraggio dell’Iss e del ministero della Salute – comporta un maggiore impegno dei servizi territoriali nell’attività di ricerca dei contatti. Qualora dovesse persistere il trend, le capacità di risposta di questi servizi potrebbero essere messe a dura prova”, si legge nella nota.
“La maggior parte dei casi di contagio – prosegue il report – continua ad essere contratta sul territorio nazionale. Risulta importato da Stato estero il 20,8% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio, tuttavia si osserva rispetto alla settimana precedente un aumento di casi importati da altra Regione o provincia (dal 2,3% nella precedente settimana di monitoraggio al 15,7% nella settimana corrente)”.
Secondo il rapporto, “sedici Regioni e province autonome hanno riportato un aumento nel numero di casi rispetto alla settimana precedente che non può essere attribuito unicamente ad importazione da stato estero. Sebbene il numero in molte Regioni e province rimanga contenuto, in altre realtà regionali continua ad essere segnalato un numero elevato di nuovi casi e si osserva un diffuso trend in aumento. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota” che in alcune parti del Paese la circolazione del virus “è ancora rilevante”.
Non a caso, “anche in questa settimana di monitoraggio sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 in tutte le Regioni e Province. Il 36% dei nuovi casi diagnosticati in Italia è stato identificato tramite screening, mentre il 32% nell’ambito di attività di contact tracing”.
“I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (27%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (5%). Quindi, complessivamente, il 68% dei nuovi casi sono stati diagnosticati grazie allo screening e alla indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti”.
Rilevante, poi, il dato sull’età media dei casi diagnosticati nell’ultima settimana, che “è di 29 anni, confermando un trend in diminuzione. La circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità”.
Inoltre, secondo il report, “si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione, con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero, ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici”.
In generale, conclude il rapporto, è “fondamentale mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico”.
Fonte: tgcom24