Coronavirus. “Mangiamo il virusotto tutti assieme”: medici e anziani contagiati

10 Aprile 2020 - 12:46

Coronavirus. “Mangiamo il virusotto tutti assieme”: medici e anziani contagiati

Il 5 marzo, quando l’emergenza coronavirus sconvolgeva la Lombardia da ormai due settimane, avevano organizzato un evento intitolato “virusotto” con ospiti e operatori riuniti per una risottata, fotografati a stretto contatto e abbracciati, senza mascherine né guanti.

Per questo, la casa di riposo Focris di Saronno, in provincia di Varese, è finita sotto accusa da parte di sindacati e famiglie, che chiedono di sapere cosa sia successo nei primi giorni dell’epidemia. Un mese più tardi, infatti, nella struttura i decessi accertati per coronavirus sono tre.

Il direttore della struttura, Fausto Forti, ha dichiarato a Fanpage.it che “i contagiati non avevano partecipato, il virusotto non c’entra niente con i casi”. Ma la Cgil attacca: “Ha consentito agli ospiti a al personale di non rispettare il divieto di assembramento”. Si moltiplicano intanto le denunce sulle case di riposo della provincia di Varese

Sembra incredibile che nella prima settimana di marzo, quando già si contavano 3858 contagiati e 418 deceduti, gran parte dei quali in Lombardia, una residenza sanitaria assistenziale per persone anziane abbia pensato di organizzare un evento sociale di questo tipo. Anna Muggiano (Fp Cgil Varese):

“Sappiamo che anche dopo il decreto che vietava gli assembramenti, il direttore ha consentito agli ospiti ed al personale di non rispettare tale divieto, infatti ha fatto organizzare anche una risottata da lui stesso definita con macabra ironia “virusotto” permettendo che più persone si trovassero assembrate, senza nessun rispetto delle prescrizioni”.

Il sindacato denuncia, a oltre un mese di distanza, un bilancio preoccupante. “Ad oggi i decessi dei pazienti sono ormai dieci, non è ancora stata fatta una vera sanificazione degli ambienti dove gli ospiti positivi hanno soggiornato. Sono ormai già quattro gli operatori contagiati, e venti sono a casa in malattia con sintomi da infezioni”.

Il primo decesso è avvenuto alla fine di marzo, con tampone confermato per covid-19. Si tratta di una donna che ha iniziato a stare male il 19 marzo ed è stata portata in ospedale il 21. “È giunta in codice rosso e non è più uscita”, ha scritto la nipote in una lettera di denuncia.

La famiglia dell’anziana ha chiesto le cartelle cliniche e tutta la documentazione alla Focris. “Mi raccontano di altri decessi avvenuti in questo periodo, di ospiti con sintomi febbrili ai quali vengono riscontrate semplici infezioni generiche”, riferisce l’autrice della lettera, che chiede “pubblicamente alle autorità competenti di procedere con le dovute verifiche”. In seguito e ne sono verificati altri due.

Contattato da Fanpage.it, il direttore sanitario della Focris ha confermato i decessi e i casi sospetti, ma si è detto convinto che l’evento del 5 marzo non abbia niente a che fare con i timori di diffusione del virus nella struttura. “Noi abbiamo avuto tre casi confermati, che sono morti in ospedale.

Non sappiamo quanti casi ci sono nella struttura. Abbiamo chiesto ad Ats 97 tamponi, ma ce ne hanno dati solo 20 per il personale. Saranno eseguiti il 14 aprile, ha spiegato Forti. “Abbiamo alcuni degenti con sintomi sospetti, soprattutto stato febbrile, li abbiamo messi in un’ala separata al terzo piano.

Sono otto persone”. Sul discusso ‘virusotto’ del 5 marzo, il responsabile della struttura non ha dubbi: “Le persone erano ben distanziate in uno spazio molto grande. Ho già risposto ai sindacati. Sa quante persone che hanno partecipato al pranzo sono contagiati? Zero. I casi sono arrivati dopo, ma non so come sia entrato il virus. Io non ho obbligato nessuno a partecipare, tanto che gli ospiti sono stati serviti a pranzo solo da volontari”. Perché nessuno indossava la mascherina? “Senza mascherina le foto venivano meglio”, è la risposta.

Sulla gestione dell’emergenza i dubbi restano. Li ha anche il sindaco di Saronno, Alessandro Fagioli, che a Fanpage.it spiega di aver chiesto chiarimenti alla struttura. Focris è infatti una struttura intercomunale che fa capo a diverse amministrazioni della zona.

“Ho scritto per chiedere una relazione dettagliata sul comportamento della struttura nei confronti di ospiti e lavoratori a partire dal 22 febbraio. Sono in attesa di risposta. Voglio avere nero su bianco tutto quello che è successo”.

Quello che è certo è che solo l’8 marzo, dopo il Dpcm che imponeva il lockdown a tutta la Lombardia, la struttura ha sospeso le visite del parenti. Un ritardo che rischia di costare carissimo. Fonte: Fanpage.