Coronavirus, Lopalco: “Circola tra i giovani. Movida? Effetti a giugno, si ammaleranno i genitori”
«Gli effetti eventuali sull’epidemia degli assembramenti della movida in tutta Italia non li vedremo fra una settimana, ma più in là nel tempo, forse a metà giugno».
A dirlo, commentando le immagini degli assembramenti davanti ai locali nel primo fine settimana dopo le riaperture della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus è il professor Pier Luigi Lopalco, professore all’Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force della Regione Puglia.
«Questo – a detta del professor Lopalco – perché la circolazione del virus tra i giovani non si scopre subito, ma si scopre in ritardo, perché quando circola fra i giovani il virus circola in maniera molto subdola, in maniera inapparente. Di conseguenza ci accorgeremo del contagio quando questi ragazzi trasmetteranno la malattia ai loro genitori».
Sui social media «sta serpeggiando questa informazione un po’ complottista, un po’ negazionista del fatto che il virus, alla fine, è tutta un’invenzione – aggiunge il professor Lopalco – E soprattutto i giovani dicono: “Tanto a me che cosa può fare il virus?”».
«È vero, il virus nei soggetti giovani molto raramente dà una malattia grave, però dà infezione che può essere trasmessa. E quindi – prosegue – un ragazzo di 20 anni che vive con i suoi genitori, o che va a trovare il nonno, può essere un veicolo di contagio importante, quindi bisogna cercare, con un po’ di buonsenso e un po’ di buona comunicazione, far capire che il virus può colpire tutti quanti».
Aveva invitato alla «prudenza» l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, commentando il dato di 0 decessi registrati nella regione domenica 24 maggio. Un dato abbastanza anomalo per la regione più colpita d’Italia dalla pandemia di Coronavirus.
Una prudenza adottata anche dal governatore lombardo Attilio Fontana: «Zero decessi è un dato che andrà preso con le pinze. Sicuramente è molto positivo come dato, però non illudiamoci che sia finita». I “zero decessi”, però, sono stati confermati ieri, a margine della quotidiana conferenza stampa della Regione sull’andamento dell’epidemia.
Il dato, però, continua a destare sospetti, anche in luce del report dell’Ats di Brescia di ieri, lunedì 25 maggio, che smentisce i dati del bollettino regionale.
Nel bollettino dell’Agenzia di Tutela della Salute di Brescia vengono infatti segnalati 12 decessi in più rispetto a sabato 23, 9 dei quali segnalati come “in ritardo” e quindi da attribuirsi alla settimana precedente. Inoltre, come evidenziato dal Giornale di Brescia, «l’Ats di Brescia segnala 2 decessi domenica, uno in ospedale, uno in Rsa». La domanda vien da sé: «Com’è possibile che la Regione non abbia questo dato?».
A destar dubbi non è solo il dato dei decessi, ma anche quello dei nuovi contagi che tra bollettino della Regione Lombardia e Ats «non è mai coinciso». Ieri, come evidenzia ancora il quotidiano bresciano, «nella sola Ats di Brescia i nuovi casi sono stati +50», ma nel bollettino regionale della Lombardia ne son stati comunicati solo +3.
Fonte: open.online