Coronavirus, l’Istituto superiore della Sanità: “I bambini non sono immuni, in Italia 43 casi”
L’Istituto superiore di sanità avverte: anche se le persone anziane restano i soggetti più vulnerabili al coronavirus, circa il 5% dei contagiati ha meno di 30 anni. E sottolinea: la percentuale è destinata a crescere se i giovani non si adegueranno alle misure restrittive del governo.
Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, commentando i dati dell’ultimo report sul Sars-Cov-2, si è quindi rivolto direttamente ai giovani, chiedendo loro di adottare comportamenti responsabili: “Le fasce di età più giovani hanno forme meno gravi e letali dei più anziani, ma possono comunque infettare gli altri. È per questo che devono sentirsi responsabili dei loro comportamenti”.
Anche i bambini non sono immuni al virus: in Italia al momento sono 43 i casi di pazienti sotto i dieci anni. In termini percentuali si tratta dello 0,05% del totale dei casi positivi. Invece, secondo i dati pubblicati sul sito Epicentro che raccolgono i risultati dell’indagine epidemiologica dell’Iss, tra i 10 e i 19 anni sarebbero 85 i contagiati, l’1% del totale.
Si vede subito come mano a mano che l’età cresce aumenta la percentuale di probabilità di contagio: infatti, tra i 20 e i 29 anni, con 296 casi, questa arriva al 3,5%. “L’indagine rileva una percentuale significativa di casi sotto i 30 anni, dato che conferma quanto questa fascia di età sia cruciale nella trasmissione del virus”, ha commentato Brusaferro. Tra i 30 e i 39 anni i casi registrati sono 470, cioè il 5,6% del totale. Diventano il 10,7% tra i 40 e i 49 anni, tra cui si contano 891 contagiati. Salgono oltre i mille casi, nello specifico 1.453, i positivi tra i 50 e i 59 anni, il 17,4% del totale. Un dato simile si registra tra i 60 e i 69 anni, con 1.471 contagi il 17,7% dei casi. Tra i 70 e i 79 anni i casi sono 1.785 e corrispondono al 21,4% del totale, mentre infine per gli over 80 i contagi sono il 18,4%.
L’età media del caso positivo è intorno ai 65 anni, si specifica. L’Iss sottolinea anche come nella maggior parte dei casi il contagio colpisca gli uomini. Su 5.959 casi analizzati, 3.702 sono risultati uomini. Si tratta del 62%. Inoltre, la trasmissione del virus “è avvenuta in Italia per tutti i casi, ad eccezione dei primi tre segnalati dalla Regione Lazio che si sono verosimilmente infettati in Cina”, si legge nel report.
Che prosegue: “Al momento non è possibile ricostruire per tutti i pazienti la catena di trasmissione dell’infezione. La maggior parte dei casi segnalati in Italia riportano un collegamento epidemiologico con altri casi diagnosticati in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, le zone più colpite dall’epidemia”.
Per quanto riguarda il quadro clinico dei pazienti positivi (su 2.539 casi analizzati), il 9,8% dei contagiati risultano asintomatici, il 30,7% pauci-sintomatici (con sintomi per cui non si specifica il livello di gravità), il 30,1% riporta solo sintomi liev,i, il 5,6% invece soffre di sintomi severi e infine nel 18,6% dei casi questi sono critici. Il 21% dei pazienti è stato ricoverato e il 12% risulta essere in terapia intensiva. L’età media per i pazienti ospedalizzati è leggermente più alta, a 69 anni.
Fonte: Fanpage.it