Coronavirus, intervista a Pina Tommasielli (Mmg): restare a casa è un intervento salvavita per l’intera comunità

13 Marzo 2020 - 11:16

Coronavirus, intervista a Pina Tommasielli (Mmg): restare a casa è un intervento salvavita per l’intera comunità

I Medici di Medicina Generale, la prima linea della Sanità pubblica. Quelli ai quali rimandano in prima battuta il Ministero e la Regione: “Se hai sintomi simili all’influenza resta a casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma contatta il medico di medicina generale, i pediatri di libera scelta, la guardia medica o i numeri regionali”, ha ricorda su Facebook il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Da tutte le istituzioni in campo sono arrivate parole di ringraziamento ai medici di base e di famiglia: stanno dando un contributo prezioso di disponibilità e professionalità nella gestione di questi difficili giorni del coronavirus. Grazie per la collaborazione continua con le autorità sanitarie regionali e per la disponibilità verso i loro pazienti.

Retenews24 ha voluto intervistare la dottoressa Giuseppina Tommasielli, che dal 1997 ad oggi svolge attività di Medico di Medicina Generale, oggi rappresentante medicina generale nella struttura commissariale della Regione Campania, rappresentate medicina generale Unità di crisi e membro cda Città della Scienza.

Dottoressa Tomasielli, notizia di questi giorni, vuole che a Padova alcuni suoi colleghi sono risultati positivi al contagio. Dal Veneto arriva la proposta di chiudere gli ambulatori, vista la mancanza di mezzi di protezione e stop alle visite domiciliari, limitate a casi di assoluta necessità. Dal punto di osservazione campano e napoletano, ritiene che anche nei nostri territori, dovrebbero essere adottate tali misure?

È assolutamente necessario ed urgente dotare i medici di medicina generale, di presidi di protezione individuale: ogni mascherina data ad un Mmg è una potenziale visita in meno per il livello ospedaliero o un tampone inutile in meno 118. L’azione di pre-filtro che ora stiamo svolgendo telefonicamente e preziosa per non intasare il sistema e renderlo più appropriato.

Pur in mancanza di dati ufficiali, sembrerebbe che un numero non identificato di medici e infermieri, in ospedale e sul territorio, siano ora infetti, in quarantena o in isolamento. Una condizione che porrebbe oltre 200.000 cittadini in tutta Italia, senza punti di riferimento sanitario. Dottoressa Tommasielli, le Istituzioni in campo cosa dovrebbero fare, per tutelare gli operatori sanitari?

Si addirittura è deceduto un medico di medicina generale a Varese. Quando un medico di medicina generale va in quarantena lascia circa 1500 pazienti, molti dei quali malati cronici (Diabetecardiopatici broncopatici) senza assistenza, ora che gli ospedali sono congestionati e gli ambulatori chiusi.

Dottoressa Tommasielli, lei su facebook ha denunciato che ancora troppo pochi cittadini provenienti dalle regioni del nord, si sono “autodenuciati”. Un atto di responsabilità che potrebbe essere fatto telefonando alle Asl, al medico di Famiglia, al Comune e alla Polizia municipale. Ma ad oggi solo pochi hanno seguito questa strada. Lei ha suggerimenti da proporre, per stimolare il senso civico della cittadinanza?

Come unità di crisi stimiamo che sono troppo pochi i cittadini che quella notte (tra sabato 7 e domenica 8 marzo, ndr) sono scesi al sud e si sono poi autodenuciati. Intanto invitiamo tutti a farlo subito altrimenti se si positivizzano saranno costretti ad attivare il 118 e a comunicarlo con le eventuali sanzioni susseguenti.

Dottoressa Tommasielli, il Presidente Conte ha firmato un altro decreto che di fatto chiude ogni attività commerciale. Forse ci si aspettava un provvedimento ancora più stringente, per evitare in tutti i modi la diffusione del contagio. Lei da operatrice sanitaria, come reputa questa misura?

Credo che qualcosa in più si doveva fare in termini di chiusura anche perché l’effetto di queste misure sarà valutabile fra due settimane e noi abbiamo urgenza di uscire da questa situazione.

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha ripetuto in varie occasioni, che bisogna adottare con fermezza la “linea dura” con l’impegno straordinario, chiaro ed esplicito, di tutte le Forze dell’Ordine e anche delle Forze Armate per garantire che le decisioni assunte dal Governo siano rispettate alla lettera. Lei che ne pensa?

Condivido molto la linea della fermezza, quanto più chiudiamo oggi, più la durata di questa grande quarantena sarà contratta, perché rallentiamo la diffusione del virus ed evitiamo l’ingorgo delle terapie intensive. Stare chiusi in casa oggi e un intervento salvavita per l’intera comunità.

Dottoressa Tommasielli, il Comune di Napoli di concerto con l’Asl Napoli 1, ha adottato interventi di pulizia e sanificazione delle strade. Una misura che garantirà un’efficace azione di prevenzione ambientale. Crede che per una città grande come il capoluogo campano, possa bastare?

Utile la sanificazione anche se tardiva. Se fosse preceduta e accompagnata dalla rimozione di sacchetti, sarebbe ancora meglio. A Soccavo, ad esempio, nei pressi del distretto sanitario 26 ci sono ad oggi cumuli di spazzatura. E come quella bella donna che si mette il belletto senza lavarsi!