La Nuova Zelanda continua a far parlare di sé in tutto il mondo per il suo modello di gestione dell’emergenza Coronavirus. Dopo aver schiacciato la curva dei contagi in sole due settimane di lockdown, la premier Jacinda Ardern e
tutto il governo hanno fatto sapere di essersi ridotti del 20 per cento lo stipendio per i prossimi sei mesi, e con effetto immediato, per solidarietà nei confronti di quanti sono stati colpiti dagli effetti devastanti della pandemia.
“È arrivato il momento di colmare il divario che c’è tra le diverse classi sociali del nostro Paese, cominciamo ora”, ha detto il primo ministro, aggiungendo che è “altresì importante che i politici più pagati mostrino vicinanza ai lavoratori impegnati in prima linea e a coloro che il lavoro l’hanno perso proprio a causa della crisi scatenata dal Covid-19. È un riconoscimento dei sacrifici che stanno facendo molti dei nostri concittadini”.
Adern, dunque, percepirà nei prossimi mesi uno stipendio di 423.945 dollari invece di 470.000, come riporta il quotidiano inglese The Guardian. Anche Ashley Bloomfield, il direttore generale della Sanità che ha guidato la task force per far fronte all’emergenza Coronavirus, ha confermato che anche lui “sicuramente” taglierà lo stipendio, così come il leader dell’opposizione Simon Bridges.
Intanto, continua la chiusura della Nuova Zelanda per contenere l’aumento del numero dei contagi da Covid-19. Nessuno può lasciare le proprie abitazioni per almeno un’altra settimana, fino a quando, cioè, il governo non decreterà la fine della fase 4, quella della massima allerta, cominciata il 26 marzo scorso. Le scuole e i servizi non essenziali resteranno ancora chiusi.
Più di 1.300 persone sono state infettate dal virus, su un totale di circa cinque milioni di abitanti, ed è salito a nove il numero dei decessi, tutte persone anziane, per la maggior parte ospiti di una casa di riposo a Christchurch, e con problemi di salute pregressi.
Oltre 700 sono invece i guariti. Proprio per questo, anche se il peggio è passato, non si potrà abbassare la guardia per evitare l’insorgere di nuovi focolai. Una decisione definitiva sarà preso entro il 20 aprile: “Il fatto che siamo riusciti a superare bene i l picco e a limitare i danni non significa che siamo fuori dall’emergenza”, ha detto Adern.
Ma tra le conseguenze più difficili della crisi innescata dal Covid-19 c’è la disoccupazione, che attualmente si attesta al 4% della popolazione, percentuale che però potrebbe raddoppiare e arrivare all’8% se il blocco dovesse essere prorogato.
Il Fondo monetario internazionale prevede che l’economia della Nuova Zelanda avrà una contrazione del 7,2% quest’anno, la più significativa al di fuori dell’Europa, ad eccezione del Venezuela. Fonte: Fanpage.