Coronavirus: i negozi che ripartono il 4 maggio, ecco quali potranno e come gestire la riapertura
Apertura negozi 4 maggio Fase 2. Mancano ancora 13 giorni alla famosa data del 4 maggio. Come ha annunciato il premier Conte nella sua ultima diretta, si potrà iniziare a ripartire con la cosiddetta “Fase 2”.
Dopo una probabile apertura prevista il 27 aprile per le attività “a basso rischio” come aziende della moda, mobilifici, cantieri edili e settore automotive, il 4 maggio sarà il turno delle attività di estetica.
Potranno quindi tornare al lavoro parrucchieri, tatuatori ed estetisti che lavoreranno, però, solo su appuntamento e utilizzando dispositivi e misure anti-contagio simili a quelli del settore sanitario.
Come riporta Money, per la riapertura delle attività di acconciatura ed estetica Confartigianato ha proposto misure come la ricezione di un solo cliente per volta, orari di apertura flessibili con turnazione dei dipendenti, utilizzo perenne di mascherina, guanti, occhiali protettivi o visiera, messa a disposizione di soluzioni disinfettanti in corrispondenza di tutte le postazioni di lavoro, sanificazione dei lettini e utilizzo di soprascarpe e camici monouso.
Anche bar e ristoranti potrebbero riaprire tra il 4 e l’11 maggio. I locali dovranno garantire il distanziamento di oltre un metro per i posti a sedere. Inizio maggio sembra invece troppo presto per cinema, teatri, palestre e sale giochi dove il rischio di aggregazione sociale è molto alto.
Con la Fase 2 si attendono novità per uffici e aziende, che se vorranno riaprire dovranno garantire il rispetto di standard e regole di sicurezza. Per quanto riguarda il rientro in ufficio il 4 maggio, i lavoratori possono aspettarsi molti cambiamenti sul posto di lavoro.
Si parla infatti della possibilità di introdurre obbligo di misurare la febbre prima di entrare in servizio, e attendiamoci anche l’uso generalizzato di guanti e mascherine per proteggersi.
Per consentire a tutti di tornare al lavoro in sicurezza bisognerà però sanificare quotidianamente i mezzi pubblici e rimodularne il servizio, specie nelle grandi città dove bus, tram e metro sono presi d’assalto. Per quanto riguarda gli autobus si fa strada l’ipotesi “bus a numero chiuso”, con non più di 20 passeggeri su ogni mezzo.
Fonte: Teleclubitalia.it