Contagiò la moglie con l’Aids: caccia all’untore, città nell’incubo
Ricerche serrate della polizia per rintracciare e fermare l’untore che avrebbe contagiato con l’Aids la sua ex moglie. Probabilmente ci sono anche altre vittime, donne adescate in chat per cuori solitari. L’uomo – un 41 enne originario dell’Ecuador ma residente da anni nella capitale – lavorava come addetto alle pulizie presso una ditta che aveva la manutenzione in alcuni condomini nel quartiere Prati. L’identikit può risultare decisivo per eventuali vittime di “incontri ravvicinati”. Alto poco più di un metro e sessanta, capelli neri corti mossi, tratti somatici tipici del sudamericano, indossa spesso un cappellino con la visiera.
La procura gli contesta i reati di lesioni gravi ed epidemia. Gli inquirenti lo stanno braccando, anche gli ospedali sono stati informati delle ricerche nella speranza di fermarlo e di chiarire la sua posizione. Le indagini mediche e giudiziarie dovranno appurare da quanto tempo l’uomo avrebbe contratto la malattia e soprattutto quando si sarebbe infettata l’ex moglie. Al vaglio degli investigatori anche un episodio accaduto qualche anno fa nel quartiere dove lo straniero lavorava.
Una ragazzina di 17 anni lo denunciò per la tentata violenza vicino all’ascensore di un palazzo dove prestava servizio come addetto alle pulizie. Sembra però che in quell’occasione tra i due non ci fu rapporto sessuale. La minorenne si divincolò subito dalla presa del maniaco e chiese aiuto mettendosi ad urlare.