“Come facciamo a cacciare Salvini?”. Il compito a casa assegnato dalla prof diventa un caso. Poi emerge la verità

26 Settembre 2018 - 18:03

“Come facciamo a cacciare Salvini?”. Il compito a casa assegnato dalla prof diventa un caso. Poi emerge la verità

“Come facciamo a cacciare Salvini?”. Questa sarebbe una delle domande di un compito a casa assegnato da una professoressa di una scuola media di Bologna. A denunciare il fatto, con tanto di foto della presunta prova, è stato il commissario provinciale della Lega Daniele Marchetti. L’istituto incriminato è la scuola media di Castel del Rio. Il caso è arrivato poi anche allo stesso ministro dell’interno: “Non ci voglio credere, e infatti andrò fino in fondo per verificare se siamo di fronte a uno scherzo o a una triste realtà. Scriverò al ministro della pubblica Istruzione. Un abbraccio a quei bimbi da parte di un papà che lavora per una scuola senza pre-giudizi in un Paese libero”, afferma Salvini.

La risoluzione del caso

Il caso si è però sgonfiato col passare delle ore. Un caso “che non esiste nemmeno”, precisa il direttore dell’ufficio scolastico dell’Emilia Romagna Stefano Versari. Non si tratterebbe dunque di un compito in classe o a casa, ma “della ‘bottega dei desideri’, una pratica didattica fatta all’inizio di un nuovo ciclo scolastico per far conoscere i bambini tra di loro e all’insegnante”. Ogni alunno esprime un desiderio e trascrive sul quaderno quelli degli altri, per parlarne poi insieme al docente e conoscersi. Il desiderio sarebbe in questo caso quello di “cacciare Salvini”. E va detto che l’insegnante, secondo quanto riferito dalla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Borgo Tossignano al direttore Versari, avrebbe anche chiesto di non trascrivere insieme agli altri.

fonte: Fanpage