Christian, morto colpito da un vaso a 13 anni. La denuncia della mamma: «Ogni notte qualcuno strappa i fiori»
«Ogni notte c’è qualcuno che strappa tutto, non so neanche perché. Ma non importa, il giorno dopo torno e rifaccio tutto più bello. Sto pensando di chiedere al Comune di autorizzare il ricordo di mio figlio nel punto in cui è morto». A parlare così, come è possibile leggere in un articolo del Messaggero a firma Raffaela Troili, è Elisabetta, la mamma di Christian Giacomini, il 13enne che nel settembre 2012 morì, colpito da un vaso precipitato dal sesto piano di un edificio al civico 197 di via Appia Nuova.
La denuncia della donna arriva dopo il ripetersi, con cadenza quasi quotidiana, dell’affronto alla memoria del figlio. Ad allertarla, spesso, sono alcuni residenti, che trovano mazzi di fiori, nastri, foto e lumini strappati. A omaggiare il ricordo di Christian non è solo mamma Elisabetta, ma anche alcuni residenti, che dopo oltre sette anni non riescono a fare i conti con una tragedia così assurda. Solo che c’è anche qualcuno che, non si sa per quale motivo, di notte esce di casa e strappa tutto.
Quel qualcuno, probabilmente, non è una singola persona. Una commerciante della zona, infatti, aveva visto una donna strappare tutto da quel palo: «Stavo per metterle le mani addosso». Negli ultimi tempi, però, i residenti sostengono di aver visto un uomo: «Il problema è che esce tardi, forse quando va a buttare l’immondizia, comunque quando la gente è a casa e non pensa a mettersi di vedetta». Una situazione ormai ben nota a tutti, come racconta Saverio, portiere di un condominio nei pressi del luogo della tragedia: «Quello che viene messo sul palo dura mezza giornata, poi arrivano di notte e strappano tutto, anche le foto della Madonnina, e questo infastidisce tanti residenti. Stiamo cercando di capire chi è, non posso dimenticare Christian, quel giorno sono stato io a tenergli la testa. Come si fa a non capire che per la mamma quel palo è una cosa viva, il figlio sta lì?».
Altri residenti rincarano la dose: «Se li troviamo, gli facciamo una faccia così… Che fastidio danno quei fiori? Come si fa ad essere così cattivi?». E intanto, mamma Elisabetta continua a ricordare il figlio sul luogo della tragedia: «Come scrisse Christian alle medie in un tema, i sentimenti negativi portano solo infelicità. Alla fine tutti dobbiamo lasciare il mondo. Chi strappa le foto e butta i fiori di mio figlio si metta una mano sulla coscienza: se fosse stato al mio posto, non avrebbe fatto lo stesso? Non vado al cimitero, vado lì dove ho visto scorrere il sangue di Christian e finché vivrò continuerò a ricordarlo, lì, in quel punto. Spesso sono amici e parenti ad avvisarmi che strappano tutto, ma io tornerò sempre, per mettere rose, cuori e nastri ancora più belli». (Leggo)