Chef morto a New York, arriva in Italia la salma di Andrea Zamperoni: lunedì i funerali
È atterrato questa mattina all’aeroporto di Milano Malpensa il volo AZ605 Alitalia con a bordo la salma di Andrea Zamperoni, lo chef lodigiano di 33 anni ritrovato senza vita a New York lo scorso 21 agosto. Dopo tutti gli accertamenti del caso infatti, le autorità statunitensi hanno dato il nullaosta per il rientro della salma del 33enne i cui funerali saranno celebrati lunedì 9 settembre nella chiesa parrocchiale del comune di Zorlesco in provincia di Lodi. Intanto il corpo di Andrea sarà trasferito quest’oggi presso la casa di famiglia dove sarà allestita la camera ardente per chiunque vorrà dare un ultimo saluto al 33enne.
Zamperoni lavorava come chef presso Cipriani Dolci nella Grande Mela: il suo cadavere è stato ritrovato in un ostello malfamato, il Kamway Lodge, nel quartiere Queens, avvolto in una coperta. Una morte giunta come un fulmine al ciel sereno per la famiglia dell’uomo che non aveva più sue notizie da giorni. L’ultimo ad averlo visto era stato un suo collega col quale conviveva che l’aveva visto uscire nella notte del sabato precedente alla sua morte dall’albergo dove alloggiavano. Il lunedì mattina non si era presentato al lavoro, e questo aveva fatto scattare l’allarme e le successiva ricerche iniziate quasi subito e durate due giorni, fino al ritrovamento avvenuto il mercoledì, 21 agosto.
Le indagini sulla sua morte da parte della polizia newyorkese si sono concluse in pochissimi giorni: gli agenti infatti hanno arrestato il 26 agosto la 41enne Angelina Barini, una prostituta che avrebbe somministrato al 33enne una dose letale di fentanyl (un oppioide sintetico nato come analgesico ma utilizzato anche come droga) per derubarlo, e che si trova adesso in carcere. La donna secondo quanto emerso dalle indagini potrebbe aver causato la morte di altri due uomini con la stessa metodologia: li avrebbe infatti drogati per poi derubarli, in entrambi i casi la dose somministrata sarebbe stata letale. Zamperoni era amato e rispettato dai colleghi e nell’ambiente di lavoro dove era conosciuto da anni: “Era una persona dolcissima – ha raccontato il responsabile di Cipriano dove lavorava – lo amavano tutti”.