Castellone: «Sanità, urge una riforma delle convenzioni»

20 Novembre 2020 - 20:40

Castellone: «Sanità, urge una riforma delle convenzioni»

Mariolina Castellone, senatrice campana del Movimento 5 Stelle, punta i fari su una possibile riforma delle convenzione nella Sanità. Secondo la Castellone, la riforma della medicina del territorio passa anche per una revisione delle convenzioni e attraverso un post sui suoi canali social, la senatrice ha spiegato:

«Fin dal primo giorno di legislatura, come MoVimento 5 stelle, abbiamo insistito sulla necessità di riformare il sistema di medicina territoriale – esordisce Mariolina Castellone – dunque molto prima della pandemia. È proprio dal rafforzamento della rete territoriale che dobbiamo ripartire nella costruzione di una nuova sanità, post-pandemica».

«In primo luogo – spiega la senatrice campana – va cambiato l’approccio sanitario da ospedale-centrico ad un sistema cooperativo e decentralizzato, fatto di prevenzione, cure intermedie, ospedali di comunità e assistenza domiciliare. Abbiamo attivato le Usca proprio per garantire ai pazienti di poter essere curati a casa. E dobbiamo affrontare in modo risolutivo il problema delle cronicità, che nella società moderna è legato all’allungamento della vita, prodotto da una ricerca sempre più all’avanguardia e da cure sempre più efficaci».

«Finalmente riceviamo una convergenza – rivela la Castellone – da parte delle altre forze politiche nell’affrontare il bisogno di riformare e riorganizzare gli assetti dell’assistenza territoriale, rivedendo anche l’attuale modello di convenzionamento».

«Gli operatori sanitari del territorio devono essere parte integrante dell’organizzazione sanitaria e devono essere posti nelle condizioni di lavorare in sicurezza e con le dotazioni di cui necessitano. Inoltre – conclude la senatrice del Movimento 5 Stelle – è fondamentale che siano adeguatamente formati ed addestrati per affrontare le sfide che pone il mutato quadro epidemiologico, attivando percorsi formativi specialistici dedicati alle cure primarie, intermedie e di comunità, al pari di quanto già avviene in tutta Europa».