Castellone, richiamo all’unità: «Coronavirus da sconfiggere, possiamo farcela solo tutti insieme»

30 Ottobre 2020 - 13:24

Castellone, richiamo all’unità: «Coronavirus da sconfiggere, possiamo farcela solo tutti insieme»

Mariolina Castellone, senatrice campana del Movimento 5 Stelle, richiama tutti all’unità per sconfiggere la dura battaglia che vede l’Italia impegnata contro il Coronavirus e la sua seconda ondata: «Nel mio intervento in aula – spiega la Castellone – alla presenza del Premier Conte, che ha riferito in Senato sul nuovo dpcm, ho voluto lanciare un messaggio di unità, perché senza coesione tra le varie forze politiche in campo e senza collaborazione tra i diversi livelli istituzionali resteremo esposti alla furia devastatrice della pandemia e della crisi socio-economica da essa generata. Abbiamo tutti un solo nemico, è il SARS-Cov2».

«Il mio cuore è diviso a metà. Qualcuno – prosegue la Castellone – mi ha detto “o moriamo di Covid o moriamo di fame”. I colleghi medici e gli amici del personale sanitario mi raccontano di reparti pieni, turni massacranti, posti letto esauriti, ambulanze adibite a corridoi di reparto. E poi ricevo i messaggi di chi non ce la fa a sostenere le spese per reggere l’urto economico, di chi ha paura di non avere più sostentamento. Nei momenti difficili della mia vita mi sono sempre aggrappata alla scienza, il mio punto saldo, che adesso deve essere il “nostro”».

«Rispetto a marzo oggi – spiega la senatrice campana – proprio grazie alla scienza e alla ricerca, sappiamo fare diagnosi in modo tempestivo e limitare la sintomatologia clinica ed i danni da covid. Sono stati testati diversi antivirali ed anticorpi monoclonali contro il virus Sars-COV-2 e la letalità da COVID-19 è più bassa. Purtroppo però con la diffusione dei contagi è aumentato anche il carico ospedaliero ed assistiamo ad un aumento del numero di decessi. Il mio appello alle Regioni è che utilizzino questi strumenti e mettano in atto immediatamente le direttive ministeriali di riorganizzazione della rete ospedaliera e delle cure territoriali».

«È fondamentale – conclude il suo intervento – programmare avendo le idee chiare ma è importante anche mantenere sempre vivo il ricordo. Il ricordo dei sacrifici del personale medico ed il ricordo del lutto, di quei 37.000 morti. Storie infrante, vite spezzate, famiglie devastate dal dolore. Non andremo da nessuna parte se non saremo capaci di imparare da quanto vissuto. Non ci sarà nessun futuro se nel dolore non sapremo cogliere l’occasione di diventare migliori».