Mariolina Castellone, senatrice campana del Movimento 5 Stelle, lancia l’allarme: «230mila malati oncologici senza cure durante il lockdown, ora nuove linee guida». Tanti sono secondo la Fondazione Aiom (l’associazione dei medici oncologi) i pazienti oncologici che nel periodo più duro dell’emergenza Coronavirus in Italia non hanno potuto essere curati, complice diverse problematiche che la Castellone elenca in un intervento in cui espone anche quelle che dovranno essere le linee guida della Sanità territoriale per il futuro. Il tutto al fine di non farsi trovare mai più impreparati.
L’allarme della Castellone: «230mila malati oncologici senza cure durante il lockdown, ora nuove linee guida»
«La mancata adesione ai piani pandemici, i tagli alla sanità, l’assenza di percorsi personalizzati sicuri, la mancanza di dpi, ma in primo luogo l’assenza della medicina territoriale – spiega Mariolina Castellone – hanno provocato, durante la fase critica dell’emergenza da Covid-19 danni collaterali a tanti malati.
Per esempio, come ci fa sapere la Fondazione Aiom (l’associazione dei medici oncologi) 230mila pazienti oncologici hanno dovuto fare a meno dei controlli perché nella fase 1 di contenimento le cure urgenti contro i tumori non si sono mai interrotte, ma le visite di follow-up e gli accertamenti diagnostici erano state sospese per evitare occasioni di contagio.
E nonostante diverse associazioni, tra cui la stessa Aiom, avessero lanciato numerosi appelli per ribadire che i percorsi oncologici e onco-ematologici erano attivi e protetti in tutti gli ospedali italiani, le voci dei pazienti raccontavano un quadro meno rassicurante.
Dal 4 maggio – continua la senatrice campana – è stato possibile riprendere le attività ordinarie, ma in molti casi i CUP non sono ancora attivi e la situazione sul territorio nazionale anche in questo è disomogenea.
Si dovrà inoltre fare i conti con le liste d’attesa bloccate.
Il rischio vero è che i ritardi possano compromettere l’efficacia delle terapie.
Di fatto ci sono pure moltissime persone che non sapevano di avere un tumore e che non hanno potuto effettuare screening e controlli ai primi sintomi.
Secondo il Centro Studi Nomisma, il Servizio Sanitario Nazionale a settembre avrà eseguito solo un terzo dei test di prevenzione effettuati mediamente in un anno per tumore alla mammella, cervice dell’utero e colon retto. Per giungere a fine anno “in pari” con gli anni precedenti, sarà necessario effettuare negli ultimi 4 mesi dell’anno 1,2 milioni di test diagnostici mammografici, 1,1 milioni di pap test e circa 1,6 milioni di test colorettali.
Numeri che difficilmente il Servizio Sanitario Nazionale potrà soddisfare nel breve periodo.
Sarebbe stato utilissimo – rivela Mariolina Castellone – avere strumenti di telemedicina per monitorare e gestire i pazienti oncologici.
Ora occorre senza dubbio ridisegnare i percorsi assistenziali anche per loro: certezza delle cure in tempi rapidi, percorsi dedicati di accesso alle strutture sanitarie e assistenza domiciliare sono assolutamente prioritari.
Infine – conclude la senatrice campana – un sondaggio del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” ha fatto emergere 4 macro-aree definite dagli stessi pazienti oncologici su cui intervenire: attuare percorsi-programmi personalizzati; incentivare l’assistenza territoriale promuovendo la telemedicina; promuovere programmi di consegna a domicilio dei farmaci; incentivare la figura dello psiconcologo.
Dobbiamo ripensare bene ed in fretta l’assistenza oncologica dettando delle linee guida a cui TUTTE le regioni dovranno adeguarsi in maniera omogenea».