Caso Desirée. Spunta un quito stupratore: «L’hanno violentata anche da morta»
La cosa bella è che hanno abusato di lei anche dopo la morte, post mortem». Mangiano merendine mentre aspettano di essere interrogati dagli inquirenti in Questura. Non sanno che gli agenti della Squadra Mobile hanno tappezzato quella sala d’aspetto di cimici. Non sanno di essere intercettati. Tra una battuta su dove andare a trovare la droga – «nella città Africa sulla Tiburtina», cioè la ex Penicillina – e quanto pagarla, sui furti messi a segno per accaparrarsi un pezzo, ripercorrono quelle ore nel palazzo dell’orrore in via dei Lucani, a San Lorenzo, dove è morta la sedicenne Desirée Mariottini, drogata e stuprata da un branco di extracomunitari. Sono i testimoni chiave dell’inchiesta che, per il momento, ha portato in carcere 4 persone per omicidio volontario e violenza di gruppo. Ieri il gip ha emesso una nuova ordinanza cautelare per Yusif Salia, il ghanese arrestato nel Foggiano. Un atto che è stato depositato al tribunale del Riesame, che nei prossimi giorni si dovrà pronunciare sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di un altro indagato, Chima Alinno, che, insieme a Mamadou Gara e Brian Minteh, ha chiesto di tornare in libertà. Dalle intercettazioni depositate, però, emerge un dettaglio choc: il branco non sarebbe al completo. «Il bulgaro mi ha detto che ha visto un marocchino di carnagione bianca che si t… la ragazza mentre quella lì era morta», dice una delle testimoni, Narcisa, prima di fare i nomi di altre tre persone presenti quella notte.
LE INTERCETTAZIONI
È il 24 ottobre quando il gruppo di testimoni viene portato in Questura. Giovanna, Nasko, Muriel, Narcisa e Noemi per circa 10 ore vengono lasciati in attesa in un salottino. Tutti concordano sul fatto che Desirée sia stata violentata e che qualcuno l’abbia fatto anche dopo il suo decesso: «Hanno abusato di lei anche dopo la morte», dice Giovanna. «Chiamava aiuto con l’anima», replica Noemi. «Lei diceva di avere 18 anni, qualcuno ha detto: Se more annamo tutti in mezzo alla m…». Un «casino» in cui i testimoni non volevano finire: «Quello stabile è una bomba a orologeria prima o poi doveva succedere un casino e noi ci siamo finiti in mezzo». Muriel al branco l’aveva detto: «Guardate che colore c’ha sta pischella». Su chi fosse stato il primo a drogare Desirée accusano Antonella: «È stata lei a darle le gocce». Poi si correggono e dicono che è stato «Yusif» (Salia ndr). Fanno i nomi di altri tre uomini – Victor, Karim e Omar – che quella notte erano nell’edificio abbandonato. Per chiarire quante persone abbiano abusato della ragazzina saranno fondamentali gli esiti degli esami del Dna. (Leggo)