Caso Desirée, punta una testimone: «Era tutto organizzato, un uomo aveva tentato di stuprarla la sera prima»

9 Novembre 2018 - 10:07

Caso Desirée, punta una testimone: «Era tutto organizzato, un uomo aveva tentato di stuprarla la sera prima»

Caso Desirée, punta una testimone: «Era tutto organizzato, un uomo aveva tentato di stuprarla la sera prima»

«Mi disse che un uomo aveva cercato di stuprala la sera prima. Lì nel covo di via dei Lucani avevano organizzato tutto». La testimonianza di una donna, Antonella, fa emergere nuovi particolari sul caso di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina trovata morta in un palazzo abbandonato in via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo di Roma, la notte tra il 18 e il 19 ottobre. Stando alle sue parole riportate da ‘Il Corriere della Sera’, Desirée sarebbe stata attirata in una trappola, così come aveva già ipotizzato il padre. A svelare l’inquietante retroscena questa volta è Antonella, una donna che avrebbe conosciuto Desirée e che avrebbe parlato con lei al telefono poche ore prima della sua morte.

«Il 18 ottobre verso le 11.40 ricevo una telefonata da Desirée nella quale mi chiede di andare in via dei Lucani perché aveva passato la notte presso un ragazzo, di cui non mi raccontava nulla, che aveva avuto intenzione di stuprarla», ha rivelato la donna, che ha poi spiegato di aver incontrato la 16enne il giorno prima del decesso. Desirée, stando al suo racconto, sarebbe stata in lacrime e alla disperata ricerca di eroina e lei, impietosita, le avrebbe dato 10 euro. «Da quel momento sono diventata il suo punto di riferimento ed ha cominciato a parlare con me, aprendosi e raccontandomi cose della sua vita, anche familiare. Mi ha detto che era preoccupata di tornare a casa in quanto le avevano rubato il tablet e che la responsabile del furto era una ragazza di nome Muriel, che io conosco bene», ha spiegato la donna, che avrebbe incontrato Desirée anche il giorno successivo.

La vicenda

Antonella infatti, scrive ancora ‘Il Corriere’, avrebbe raggiunto la 16enne intorno alle 12 e insieme sarebbero andate in cerca di droga. «C’era un africano che secondo me ha pianificato tutto – ha raccontato la donna – aveva i capelli rasta con dread piccoli e una felpa gialla. Cucinava cocaina e Desirée cercava di fare un tiro. Lui le diceva di no e cercava di toccarle una spalla o una coscia come se ci stesse a provà. Lei lo scansava ma ho avuto l’impressione che potessero accordarsi».

Antonella, stando ancora al suo racconto, sarebbe tornata dopo qualche ora e avrebbe trovato Desirée all’interno del palazzo abbandonato in compagnia anche di un altro ragazzo africano: «Una persona di m…, un viscido, un animale che si approfitta di tutte le ragazze, poiché chiede prestazioni sessuali in cambio di cocaina che, dopo il rapporto, non cede». «I due africani la incitavano a bere vino da una bottiglia solo per lei» ha aggiunto Antonella, sostenendo che «c’era anche Muriel, con la quale Desirée ha una discussione sul tablet rubato, cosa a cui credo perché l’avevo visto nello zaino di Muriel, che diceva di aver ‘svoltato’ grazie a quel furto».

La testimone infine ha sostenuto di aver invitato Desirée ad andare via di lì «perché si stava creando una situazione strana, con troppi uomini nella stanza, mentre quello con i dread continuava a offrirle droga gratis. Una cosa mai vista. Desirée mi rispose ‘levati’, perché voleva restare lì». Intanto, le indagini sulla morte della 16enne vanno avanti e gli avvocati dei tre uomini arrestati a Roma per la sua morte hanno presentato istanza al tribunale del Riesame per chiedere la revoca o la sostituzione delle misure cautelari. Mamadou Gara di 27 anni, il 43enne Brian Minteh e Chima Alinno, 46 anni, sono accusati di omicidio, violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Stesse accuse per Yusif Salia, il ghanese che si trova detenuto a Foggia e per il quale la Procura dovrà rinnovare la richiesta al gip di misura cautelare. (Leggo)