“Caro Futuro…” la lettera di Chiara, 13 anni, è un inno alla speranza.

29 Aprile 2020 - 23:25

“Caro Futuro…” la lettera di Chiara, 13 anni, è un inno alla speranza.

Caro futuro,
cosa ci aspetta? E’ questo quello a cui penso ogni giorno. Torneremo alla nostra vita, torneremo mai alla normalità?
Eppure la normalità la trovavamo quasi banale: svegliarsi allo stesso orario tutti i giorni, andare a scuola, subito dopo a casa, poi in palestra e poi di nuovo a casa a studiare… quanto darei per rifare quelle stesse cose oggi. Ci sembrava di ripetere la stessa giornata ogni giorno e invece no, ogni giorno era una nuova scoperta, nuove risate e nuove emozioni. Oggi invece cosa ci resta? Chiusi in casa cercando di rimpiazzare la nostra vita con una virtuale, cercando di fare quelle stesse cose dietro uno schermo e fingendo che ci vada bene così.
La scuola, quanto mi manca. Quanto mi manca il suono della campanella, quanto mi mancano i banchi, quanto mi mancano quelle battute fatte al momento giusto che rallegravano le ore pesanti. Mi mancano le risate, gli abbracci, i compagni , i professori, i gossip, mi manca girare di classe in classe cercando un pennarello, mi manca andare in bagno per perdere tempo… ammettiamolo l’abbiamo fatto tutti.
Le cose che mi mancheranno di più però sono quelle che non potrò fare. Rimpiangerò la terza media, quanto avrei voluto ,l’ultimo giorno di scuola,scendere la rampa piangendo ed abbracciando i compagni. Quanto avrei voluto arrivare pronta al giorno d’esame con quell’adrenalina che parla da sola, quell’ansia che ti fa tremare anche se sei la persona più sicura al mondo. Ebbene sì, io sono ragazza sicura di sè ma scommetto tutto quello che ho che il giorno prima dell’esame, non sarei riuscita a dormire la notte e arrivata di fronte ai professori avrei tenuto stampato in faccia un sorriso. Un sorriso che sarebbe rimasto lì per almeno cinque minuti, uno di quei sorrisi che non si dimenticano, pieno di paura e felicità allo stesso tempo.
La scuola oggi è stata rimpiazzata con un computer. L’hanno chiamata “didattica a distanza”.
Per avere un po’ di silenzio in classe dovevamo essere richiamati più volte da un professore per la nostra voglia di parlare troppo e divertirci, oggi invece basta un solo pulsante per mutare tutti. Per prendere parola bisognava aspettare con la mano alzata per un po’ il consenso del prof, ora invece basta usare un altro pulsante.
Il professore è stato sostituito con un video e un audio che spesso non funziona neanche bene. Le interrogazioni? Loro sono state sostituite da pdf, powerpoint e questionari. E che ne è stato invece delle amicizie? Le amicizie, quelle ci sono sempre ma sono lontane, forse troppo. Che ne è stato del compagno di banco, della bidella, della segreteria..? Che ne è stato di tutti i soprannomi che avevamo?
Oggi siamo solo “nome e cognome@ gmail.com”.
Caro futuro, dimmi tu per ancora quanto tempo andrà avanti questa situazione, perché questa non è scuola. La scuola non è solo studio. La scuola per noi studenti è veramente tutto. E’ il nostro modo di presentarci al mondo, è il nostro modo di interagire con gli altri e io non riesco più a farlo attraverso una chat.
Ora si pensa solo a come far ripartire tutto. Ma senza noi giovani, caro Signor futuro, tu non esisteresti. Si parla tanto di te, ma ancora non si è capito che il futuro siamo noi, noi ragazzi.
Il futuro non è solo come mantenere un’azienda ma anche come far nascerne di nuove. Senza scuola non saremmo in grado di poter fare ciò e non ne nasceranno altre.
Tutto questo per dirti che ci stanno un po’ trascurando, so che non è facile ma pensano che con la didattica a distanza abbiano risolto il problema , e invece no.
Hanno tolto a noi ragazzi i migliori anni della nostra vita, quelli che loro stessi hanno vissuto. Non sto dando di certo la colpa a nessuno ma un po’ di attenzione in più per noi giovani non sarebbe male.
Caro futuro voglio tornare in classe.
Voglio tornare alla mia vita.
Voglio tornare ad essere libera.
Voglio tornare ad essere me.

Chiara, 13 anni. Napoli