Botte col frustino e scotch sulla bocca, bimbi disabili vittime di un centro di ippoterapia

10 Giugno 2019 - 18:39

Botte col frustino e scotch sulla bocca, bimbi disabili vittime di un centro di ippoterapia

Picchiati con il frustino e ammutoliti dallo scotch applicato sulla bocca. Questo e altro altro fa parte del trattamento di un centro di ippoterapia di Monte San Giorgio, a Piossasco. Il contatto con i cavalli avrebbe dovuto aiutarli, migliorando comunicazione e aspetti relazioni grazie all’aiuto degli animali. Ma per alcuni piccoli ospiti disabili l’esperienza vissuta era stata un incubo: gravi maltrattamenti, ingiurie pesantissime, persino botte con il frustino, sono al centro di un processo che vede imputato il gestore del centro, Paolo Franchino. Oggi in aula il pm Fabiola D’errico ha chiesto la sua condanna a sei anni di reclusione. L’uomo nega ogni responsabilità, sostenendo di non aver mai fatto nulla di tutto ciò per cui viene accusato. Ma nel corso delle indagini e durante il processo sono emersi una serie di episodi terribili a cui sarebbero state sottoposte le vittime, assistite come parte civile dagli avvocati Anna e Marcello Ronfani e Concetta Cagia, tra il 2012 e il 2 marzo 2016.

Oltre a epiteti e insulti, i piccoli sarebbero stati puniti ad esempio tappando loro la bocca con lo scotch, o picchiati con il frustino dei cavalli, chiusi a chiave in stanza o legati a una sedia. Un ragazzino gravemente disabile sarebbe stato prima picchiato e poi gettato dall’auto e abbandonato in un prato. Alcuni automobilisti avevano però assistito alla scena e costretto Franchino a ritornare a prenderlo suonando ripetutamente il clacson per richiamare la sua attenzione. Un bambino di quattro anni invece, un giorno si era perso nel bosco e il gestore del centro non aveva nemmeno dato l’allarme: il piccolo era poi stato ritrovato dai carabinieri quattro ore dopo. Una mamma aveva invece raccontato di aver trovato il figlio di tre anni e mezzo al sole senza riparo per punizione. La sentenza è attesa per il 4 luglio.

fonte: Repubblica