Ecco chi sono i minatori che hanno cercato di salvare la vita al piccolo Julen
Ci hanno provato con tutte le loro forze ma non ce l’hanno fatta a salvare la vita al piccolo Julen. Il bimbo di due anni che lo scorso 13 gennaio è caduto in un pozzo nella cittadina di Malaga e stanotte è stato ritrovato cadavere. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha spiegato che otto minatori avevano iniziato il loro lavoro per entrare nel tunnel, la parte più pericolosa dell’operazione. Sono scesi in una capsula metallica attraverso la perforazione e stanno scavando a mano circa quattro metri in orizzontale.
I turni
Lo faranno in turni che dureranno tra una e due ore. I minatori hanno lavorato in condizioni estreme per mancanza di spazio, luce e ossigeno a una profondità di decine di metri per poi procedere a scavare manualmente il passaggio, di circa 4 metri di lunghezza. Il gruppo di soccorso è stato organizzato in squadre di due persone, visto che la capsula metallica che li porterà all’altezza stabilita non ne può contenere di più. Saranno riportati in superficie ogni 40 minuti per procedere al cambio con i colleghi.
La squadra è composta da 8 persone:
Sergio Tuñón: ingegnere, capo della brigata dal 2012, ha coordinato i soccorsi a Degaña nel 2015 e quelli per il salvataggio di uno speleologo a Vizcaya, nel 2017.
Antonio Ortega: ingegnere tecnico, tra gli ultimi arrivati in squadra
Maudilio Suárez: è nella brigata di soccorso minerario da 10 anni, ha aiutato nel salvataggio dello speleologo basco José Gambino nel 2017