Berlusconi demolisce il reddito di cittadinanza fermo a 493 euro: “Una paghetta offensiva”

21 Gennaio 2020 - 16:55

Berlusconi demolisce il reddito di cittadinanza fermo a 493 euro: “Una paghetta offensiva”

“Sappiamo che purtroppo negli ultimi tempi sono stati trecentomila i giovani che hanno lasciato l’Italia per cercare un lavoro adatto alle loro aspirazioni, che in Italia non trovavano. Dobbiamo sapere che esistono oggi in Italia due milioni di ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano.

Questo governo, invece di credere nel loro futuro e di offrire prospettive concrete, propone come unica soluzione il reddito di cittadinanza”, una “paghetta offensiva di 493 euro in media”. Lo afferma Silvio Berlusconi in un video postato sui suoi profili social. “Quindi – prosegue – bisogna trovare delle soluzioni diverse.

Noi abbiamo approfondito il problema” e “proponiamo la detassazione, cioè una fiscalità di vantaggio, per le aziende che investono e assumono giovani e, in relazione ai giovani assunti, una detassazione e una decontribuzione dei contratti di lavoro: tre anni per il praticantato e i successivi tre anni per i contratti di primo impiego”.

REDDITO DI CITTADINANZA

Per il reddito di cittadinanza, a ormai quasi una anno dal varo della misura, è tempo di bilanci. Gli ultimi numeri diramati dall’ Inps però non sorridono al bonus: se da un lato il sussidio ha imbarcato un milione di famiglie, per un totale di 2,4 milioni di persone coinvolte, che non sono poche ma che sono comunque di meno rispetto alle previsioni iniziali sulla platea dei beneficiari, visto che l’ Ufficio parlamentare di bilancio aveva stimato un bacino di 1.177.000 di famiglie mentre l’ Istat addirittura di 1,3 milioni di nuclei, dall’ altro gli importi erogati su base mensile sono molto distanti da quelli promessi dai grillini, pari in media a 493,42 euro anziché a 780.

I nuclei percettori si concentrano al Sud e nelle isole, con la Campania in testa, dove raggiungono il 61% del totale. Poi le regioni del Nord, dove abita il 24% delle famiglie toccate dal sostegno, e infine quelle del Centro, a quota 15%. La fase 2, quella dell’ accompagnamento all’ inserimento lavorativo dei circa 800 mila beneficiari, intanto non decolla.

Ed è partita in ritardo anche la fase 3, quella dei patti per l’inclusione sociale, che obbliga i sussidiati che non sono in condizione di cercarsi un impiego remunerato con l’ aiuto dei navigator di lavorare gratis per i Comuni. Altro cancro, i furbetti del reddito di cittadinanza: alla fine dello scorso anno la Guardia di finanza ha avviato controlli su 600 mila percettori. Finora hanno perso il diritto al beneficio in 56 mila.

La maggior parte degli esclusi è stata tagliata fuori a seguito di una variazione della situazione reddituale. In circa 5 mila hanno chiesto invece di poter rinunciare al bonus, perché delusi dai bassi importi erogati: 210 mila famiglie ricevono meno di 200 euro al mese. A inizio gennaio il numero dei nuclei che avevano presentato domanda per il reddito ammontava a 1,6 milioni.

Circa 1,1 milione (il 67%) sono state accolte, 88 mila risultano ancora in lavorazione e 457 mila sono state respinte. A fronte delle 56 mila famiglie che strada facendo hanno perso il diritto al bonus per motivi vari, oggi si contano 916 mila nuclei percettori del rdc, con 2,4 milioni di persone coinvolte, e 126 mila famiglie (per un totale di 143 mila persone coinvolte) che ricevono invece la pensione di cittadinanza.

La Campania, con il 19% delle prestazioni erogate, risulta essere la regione che ospita il maggior numero dei beneficiari, seguita dalla Sicilia (17%), dal Lazio e dalla Puglia, a quota 9%. Nella sola Capitale sono in tutto 66.956 le famiglie che arrivano a fine mese grazie al reddito, a Palermo e Catania più di 100 mila, oltre 127 mila a Napoli.

Capitolo stranieri: nel 90% dei casi la prestazione viene erogata a cittadini italiani, mentre nel 6% a extra-comunitari in possesso di un permesso di soggiorno e nel 3% dei casi a cittadini europei. Per quanto riguarda le somme versate sulle card, nel primo mese di erogazione del bonus sono state pagate 570 mila prestazioni per un importo medio di 498 euro, mentre nei mesi successivi tale cifra è diminuita progressivamente. Risultato, oggi 210 mila famiglie possono contare su meno di 200 euro al mese, 178 mila incassano dai 200 ai 400 euro, altre 307 mila prendono tra 400 e 600 euro, mentre sono circa 350 mila i nuclei con un plafond di spesa mensile compreso tra 600 e 1.200 euro.

fonte: Dagospia