Sarà una commissione esterna; a cercare di capire cosa sia andato così storto all’Ospedale della donna e del Bambino di Verona tanto da costringerlo alla chiusura; e al trasferimento forzato di tutti i pazienti dopo la scoperta della presenza in reparto del Citrobacter; un batterio-killer potenzialmente letale soprattutto in persone con poche difese immunitarie come i bambini appena nati.
Al centro dell’indagine della commissione appena insediata tutte le procedure interne ma anche il tentativo di capire qual è stato l’impatto del batterio sui piccoli pazienti.
Oltre a quello di Nina, la neonata morta a sette mesi su cui sta indagando la Procura di Genova; almeno altri due casi analoghi mentre almeno un’altra dozzina di neonati potrebbero attaccati dal batterio riportando gravissimi danni neurologici.
Ufficialmente l’Asl afferma che la decisione di chiudere tutto è stata presa a seguito di dodici casi di contagio in contemporanea, di cui però solo uno ha sviluppato un’infezione.
Dopo il caso di Nina, nata a Verona nell’aprile 2019 e deceduta a novembre al Gaslini di Genova, altri genitori però hanno segnalato i casi dei loro bimbi. Si tratta di neonati deceduti nei mesi scorsi con un quadro clinico del tutto simile a quello di Nina.
Si tratta di un bimbo morto lo scorso aprile a sei mesi e di un’altra piccola vittima deceduta invece nell’estate del 2019. Altri ancora hanno danni gravissimi. In tutti i casi, i neonati erano nati prematuramente e avevano avuto bisogno di un lungo ricovero in terapia intensiva. Fonte: Fanpage.