Autostrade cambia tutto. Una vera rivoluzione, ma scatta la rivolta
Con l’ok definitivo dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, è in arrivo una vera e propria rivoluzione per il sistema tariffario dei pedaggi autostradali in Italia. Con le delibere relative a 16 concessionarie, i cui Piani economico-finanziari (Pef) erano scaduti da anni, l’autorità infatti ha spazzato via i vecchi meccanismi di regolamentazione dei rincari e introdotto un nuovo principio cardine utilizzando il cosiddetto metodo del price-cap.
Si tratta di un indicatore di produttività che determina le tariffe in base a parametri di efficienza stabiliti dall’Autorità e una remunerazione di mercato degli investimenti fatti dalle concessionarie.
Non solo, tra le novità anche una riduzione della remunerazione, che viene stabilita al 6,2% annuo netto e maggiori parametri di efficienza della gestione delle tratte. È lo stesso meccanismo già applicato per le concessioni scadute dell’Autobrennero e delle Autovie Venete e che ora si estenderà a tutta Italia
L’Obiettivo
L’obiettivo dichiarato è quello di garantire maggiore trasparenza ed equità nei pedaggi dando maggiore certezza sugli investimenti da realizzare con verifiche annuali e diminuzioni del pedaggio in caso di mancato rispetto dei cronoprogrammi. “In questo modo riequilibriamo i pesi tra interesse pubblico e interessi privati. I profitti dei privati sono giusti, gli abusi no.
E noi ci batteremo sempre a favore della sicurezza e della qualità del viaggio di tutti i cittadini” ha esultato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che con il decreto Genova aveva dato avvia a questa nuova fase.
“Ora le concessionarie non potranno più inserire voci improprie per giustificare gli aumenti” confermano anche le associazioni dei consumatori. Contro il nuovo meccanismo però si sono schierate in blocco invece le concessionarie autostradali a partire da Autostrade per l’Italia
Le Tariffe
“Esprimiamo la nostra più grande preoccupazione e la ferma opposizione alle deliberazioni dell’Autorità” hanno dichiarato infatti dall’associazione di categoria Aiscat, lamentando di non essere stati interpellati e chiedendo ora un tavolo di confronto al ministero.
Le tariffe italiane sono “tra le più basse d’Europa a fronte dei maggiori investimenti per ammodernare la rete” e l’Ue ha ritenuto il nostro sistema “equo e ragionevole” hanno sottolineato da Aiscat.
Per le concessionarie quella dell’Autorità è “una modifica unilaterale” che “viola i più basilari principi giuridici della certezza dei contratti e delle regole stabiliti sia a livello comunitario sia nazionale” e inoltre mette a rischio gli investimenti già fatti o in cantiere.
“Se Aiscat oggi attacca così, vuol dire che siamo sulla strada giusta, qui non si tratta di bloccare chi fa davvero gli investimenti e merita il giusto profitto, ma di non ingrassare più chi gli investimenti li promette senza farli” ha replicato Toninelli. (Fanpage)