Ha parlato l’uomo che ha trovato il corpo del piccolo Julen: “Sono sollevato che tutto questo sia finito. Il fatto di averlo trovato morto è stato terribile, ma abbiamo fatto davvero tutto il possibile”. Queste le parole di Nicolás Rando, uno degli agenti della Guardia Civil, esperto di soccorsi in montagna e impegnato nelle operazioni di soccorso di Julen Rosello, il bambino di 2 anni precipitato in un pozzo nelle campagne di Totalan, alle porte di Malaga, lo scorso 13 aprile e trovato cadavere 13 giorni più tardi, nonostante gli sforzi di oltre 300 persone che hanno contribuito in ogni modo a recuperare il suo corpicino. “Siamo riusciti a spostare la terra, lo abbiamo raggiunto e lo abbiamo tirato fuori”, ha raccontato in una intervista al quotidiano iberico Sur, sottolineando come sia di “conforto il fatto che il piccolo sia deceduto il giorno stesso della caduta nel pozzo, come ha confermato l’autopsia. Almeno non ha sofferto aspettando di essere salvato”.
“Scavato finché non l’ho toccato…”
Arrivati vicino al luogo dove era Julen, un suo collega ha posizionato una telecamera con la quale è riuscito a vedere il bambino. “Abbiamo scavato con le mani per raggiungerlo, finché non l’ho toccato. E a quel punto i miei sentimenti erano contrastanti: ero sollevato per averlo trovato e per aver finito il lavoro, ma arrabbiato perché lui non era vivo”, ha concluso Nicolás Rando, che ora la Spagna celebra come un eroe nazionale, insieme agli altri soccorritori. “Non abbiamo mai perso la speranza. Abbiamo davvero fatto tutto il possibile”.
fonte: Fanpage