Napoli Eden di Annalaura di Luggo è il site-specific diffuso realizzato in quattro piazze della città di Napoli, che con le quattro grandi installazioni (Trìunphus, Pỳramid, Gèminus, Harmònia) hanno illuminato artisticamente la città.
In occasione del finissage del 18 gennaio, presso il salone nobile di Palazzo Nunziante (sede di Fideuram Private Bank) si terrà l’evento conclusivo di Napoli Eden: LUX !, in cui sulle musiche originali di Eugenio Bennato si realizzerà una singolare performance artistica a coronamento del percorso concettuale ideato da Annalaura di Luggo.
Tutto partirà dalla sfilata coordinata dalla nota costumista Graziella Pera, che con la collaborazione degli allievi del Corso di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti di Roma da lei diretto, darà movimento e vita agli abiti scultura realizzati in alluminio riciclato, ovvero il materiale simbolo di Napoli Eden.
A conclusione dell’evento la performance della Compagnia DNA del Claudia Sales LabArt Dance (Claudia Sales, Milena Pasquini, Annalisa Adiletta, Eleonora Foà, Roberta La Rocca, Susy Puglia, Anna Lupoli, Laura Amato), suggellerà attraverso la danza il senso di Napoli Eden, dal riciclo alla rinascita: ciò che era destinato alla morte, in una discarica o in un magazzino, diventa oggetto di vitalità in una intelligente e divertente idea di barocco contemporaneo, trasformando tutto in una teatralità che tende ad indicare un cammino di speranza in cui ciò che c’è oggi è una tappa di un itinerarium di gioia e felicità.
Ecco che Napoli Eden, giunto al termine di una felice esperienza,che confluirà nell’omonimo film in fase di preparazione (con la regia di Bruno Colella e con la distribuzione internazionale TaTaTu) offre ancora una volta un approfondimento sulla singolare attività artistica di Annalaura di Luggo, da sempre orientata alla realizzazione di opere che modificano la percezione dello spazio e le coordinate del reale, attraverso l’utilizzo di tecniche e materiali diversi che dalla fotografia al video, dalla scultura all’installazione, catturano l’osservatore per renderlo interattivamente partecipe.
Napoli Eden (Napoli, 7 dicembre 2018 – 18 Gennaio 2019), è un progetto a cura di Francesco Gallo Mazzeo, con il supporto del CIAL di Milano (Consorzio Imballaggi Alluminio) ed il patrocinio del Comune di Napoli (Assessorati alla Cultura, Turismo, Pubblica Illuminazione, Giovani e Patrimonio).
La realizzazione di LUX ! è stata possibile grazie alla collaborazione di Luca de Magistris Fideuram Private Bank.
APPROFONDIMENTI SUL PROGETTO NAPOLI EDEN
Artista | Annalaura di Luggo
Curatore | Francesco Gallo Mazzeo
Coordinamento | JUS Museum, Napoli
Direttore tecnico | Luca Pasquarella
Partner | CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio)
Patronicio | Comune di Napoli
Assessorati alla Cultura e al Turismo, alla Pubblica Illuminazione
ai Giovani e al Patrimonio
Napoli Eden di Annalaura di Luggo è il site-specific diffuso, realizzato in quattro piazze della città di Napoli, che con le quattro grandi installazioni (Trìunphus– Piazza Municipio, Pỳramid– Galleria Umberto I, Gèminus– Largo Baracche,Harmònia– Largo Santa Caterina a Chiaia) hanno illuminato artisticamente la città per tutte le festività natalizie.
L’artista Annalaura di Luggo ha eseguito un’operazione di selezione degli scarti di lavorazione in alluminio e di ri-costruzione degli stessi al fine di farli ri-nascere in opere d’arte uniche e originali, capaci di reinterpretare in chiave estetica ed etica il materiale di risulta.
Si tratta di un’ipotesi artistica di un ritorno ad un grande giardino che è un luogo dove si possa vivere in pace gli uni con gli altri e diventa un’ipotesi politica, urbanistica, etica, estetica e morale.
Queste installazioni hanno avuto come “fil rouge” la rinascita della città di Napoli che, grazie alla luminosità restituita dall’alluminio, diventa linguaggio trasversale con la funzione di sensibilizzare sulle tematiche ambientali e sociali, presentandosi agli occhi dei cittadini e dei turisti in alta forma di creatività.
Presentazione del curatore:
Napoli Eden. È un’idea, è uno specifico, è un progetto. Lo spazio è quello storico, attuale, indicibilmente affascinante, quanto complesso, del centro di Napoli, perno fondamentale della metropoli, del mito e della realtà, del mito che tende a diventare oggetto concreto e della realtà che si tramuta in dramma, in tragedia ma anche in sublime seduzione e in contemplazione senza fine, tra pietre, odori e sapori. L’idea e il progetto per questa edizione di Napoli Eden è quella della disseminazione in piazze, strade, vicoli e luoghi dello splendore (galleria), fatto con strumenti ordinari nei materiali e nella tecnica, portati alla vitalità artistica e sottratti al destino di morte in discarica o magazzino. Si pensa ad una invenzione ad una artisticità, fatta di alluminio e altri materiali manipolabili, trasformati in opere d’arte, colorati, illuminati, che sfidano l’architetturalità, in una idea di barocco contemporaneo, nella sua essenzialità, quella di non avere un centro e tante periferie, ma una grande e diffusa centralità, che tenda ad abolire il concetto stesso di periferia, in una modernità che supera il concetto di prospettiva e lo fa diventare una grande teatralità, che nella sua cronologia definita, tende ad indicare un cammino di speranza in cui ciò che c’è oggi è una tappa, di un itinerarium di gioia e felicità. È il modo in cui l’utopia dell’arte, traduce il suo non luogo, che nella fantasia, nel reale, nel materiale, di ciò che non serve ad un bisogno specifico, ma insegna la bellezza del gesto, del dono, in una città bene di tutti e non casa di nessuno, per cui si pensa che questo “esperimento” si possa e si debba estendere ai mille luoghi di Napoli che sono oltre il centro storico e attendono, nei tempi brevi di passare dalla aridicità che li ha concepiti e voluti, in maniera abissale e senza qualità, in luoghi dell’identità, in devozione alla bellezza.Per questo pensiamo anche a momenti della parola, del dibattito, dell’inchiesta, perché l’arte pubblica non è, non deve essere una imposizione aristocratica, autoreferente, ma una poesia, un dialogo. Ad Annalaura di Luggo, artefice designante e designata di questa osservazione natalizia che non vuole essere affogata nella retorica, ma si propone come prova del nove che sappia mettere insieme il presente-passato, il presente-presente, il presente-futuro, perché a dominare deve essere la vita, la fede, la speranza che è un modo di stare nella tradizione o nella classicità, con sperimentazione, con innovazione, altrimenti non resta che il tradizionalismo folcloristico e il classicismo mortuario. Nella città di San Gennaro, di Pulcinella, di Raimondo di Sangro, di Benedetto Croce, bisogna saper vedere lontano e sentire vicino, per non inciampare e non errare inutilmente. Per questo il suo stemma è un occhio, un iride, una pupilla, un reale vedere.