Una premeditata aggressione ai tifosi partenopei è il responso della festa scudetto a Varese. I responsabili: frange estreme del tifo varesotto.
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Nei giorni passati, alcuni ultras avevano diramato un “comunicato” che impediva, a loro dire, di festeggiare lo scudetto in città. La speranza che le minacce non fossero seguite da fatti reali aleggiava nell’animo di tutti; ma la realtà ha avuto un risvolto diverso!
Subito dopo il fischio finale, infatti, tra Piazza della Repubblica e Piazza della Motta si sono ritrovati famiglie e giovani tifosi per iniziare, nel pieno rispetto delle leggi, il classico “carosello” per il centro della città. Ad attenderli, tuttavia, venti uomini dal volto coperto e vestiti di nero.
Una famiglia – da come raccontato dal padre – è stata accerchiata, trovandosi in macchina, e l’uomo è stato costretto a scendere dall’auto. Il padre ha, inoltre, denunciato il grande spavento dei bambini, ancora sotto shock per l’accaduto.
Una coppia di giovani ragazze, che con la loro auto seguivano il carosello, è stata aggredita con sassi contro l’autovettura, mentre altri automobilisti sono stati fermati per la presenza di bottiglie di vetro rotte, disposte lungo il percorso.
Quest’ aggressione ai tifosi partenopei è solo l’ultimo esempio della manomissione del concetto puro e sano del tifo calcistico; una scia di violenza e di intolleranza che imbruttisce una serata tanto storica per la cultura e la società napoletana.
Soprattutto, a seguito anche degli scontri tra tifosi dopo la fine del match ad Udine, emerge vigorosa l’esigenza di esplellere definitivamente la piaga del tifo violento organizzato.
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