Addio Ora Legale, dal 2019 parte la rivoluzione: ecco cosa cambia e quanto ci costerà
Ora legale, addio. «La gente lo vuole e noi lo faremo», annuncia con tono perentorio Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea. Dopo quasi 40 anni, sta infatti per andare definitivamente in pensione lo spostamento delle lancette dell’orologio che, per due volte all’anno, tutti i Paesi della Ue hanno fedelmente eseguito. Il colpo di grazia è stato dato da un referendum (non vincolante) svoltosi dal 14 luglio al 16 agosto, ovvero quando gli italiani sono nel pieno delle loro vacanze estive: tant’è che i pareri provenienti dal Belpaese sono stati pochini, anzi praticamente nessuno ha dato peso alla consultazione. Invece è stato deciso il destino dell’ora legale, che verrà abolita nei prossimi mesi. Quando il Parlamento di Strasburgo, prima di sciogliersi per dare vita a nuove elezioni continentali, approverà la proposta della Commissione che – a sua volta – ha recepito la volontà dell’80% di 4,6 milioni di votanti che si sono espressi contro il doppio cambio di orario.
Le conseguenze
L’ora solare potrebbe dominare su quasi tutti i Paesi Ue a partire dal 27 ottobre 2019. Per prepararsi a tale prospettiva, si propone che ogni Stato membro notifichi entro aprile 2019 se intende applicare in modo permanente l’ora legale o quella solare. L’ultimo spostamento obbligatorio delle lancette, per passare all’ora legale, si verificherebbe domenica 31 marzo 2019. Successivamente, gli Stati membri che intendono passare in modo permanente all’ora solare potranno effettuare un altro spostamento delle lancette domenica 27 ottobre 2019. Dopo tale data non sarà più possibile effettuare cambi stagionali dell’ora. Sul tema si è acceso un dibattito notevole soprattutto nei Paesi del Nord (Germania, Polonia, Svezia, Lituania, Estonia), favorevoli a più ore di buio. Motivo: le loro popolazioni negli anni hanno mostrato di soffrire di disturbi del sonno, cambiamenti e squilibri del corpo, sbalzi di umore, problemi cardiaci, perfino maggiori incidenti stradali e sul lavoro. Le motivazioni relative al risparmio energetico hanno via via perso consistenza. Del resto anche in Italia, con la diffusione dei condizionatori accesi giorno e notte, si sono affievoliti i benefici dell’ora legale, corrispondenti allo 0,5% della bolletta energetica (80 milioni di euro). In ogni caso Italia, Spagna e Grecia sono gli unici Stati attanagliati dal dilemma: ora solare oppure ora legale? (Leggo)