17enne violentato insieme alla madre in diretta Facebook. Arrestati due minorenni tunisini

23 Marzo 2022 - 8:25

17enne violentato insieme alla madre in diretta Facebook. Arrestati due minorenni tunisini

Nella periferia di Roma nella notte tra sabato e domenica una donna è stata violentata insieme al figlio. Quest’ultimo racconta i dettagli agghiaccianti dell’orrore.

Gli aguzzini completamente ubriachi, due minori di 16 e 17 anni ospiti di un centro di accoglienza, l’avrebbero costretta a preparare loro da mangiare dopo lo stupro. “Dopo che mi hanno violentata hanno voluto

mangiare: gli ho dovuto fare un toast al prosciutto cotto”. “È stato un incubo, un film dell’orrore – ha detto la donna agli agenti – gli ho detto, prendete quello che volete.

Gli ho dato 250 euro in contanti, cercavano un Rolex, ma ce l’aveva mio marito che era a Milano”. Lei li ha implorati di lasciare stare il figlio, ma non c’è stato verso. I due minori gli hanno detto:

“Tu ora ci accompagni a casa”. In macchina, altri stupri. La madre di Davide ha chiamato la polizia, denunciando l’accaduto, e insieme al padre sono riusciti a rintracciare la

minicar del 17enne grazie al Gps del cellulare. I poliziotti hanno bloccato la macchina a via dell’Amba Aradam, e arrestato i due violentatori. Sarà poi Davide a raccontare agli agenti la dinamica dell’accaduto.

I due si sono avvicinati prima con la scusa di una sigaretta, poi hanno puntato il coltello al 17enne intimandogli di portarli a casa. Nel tragitto lo hanno fatto fermare a San Basilio,

poi lo hanno stuprato a turno più volte, riprendendo la scena col cellulare. Dopodiché lo hanno costretto a guidare fino a casa, dove hanno fatto razzia di soldi e pochi

oggetti di valore e violentato anche la madre. Ai poliziotti subito dopo l’arresto è stato detto: “È sabato sera, volevamo solo divertirci”. In casa si trovavano anche la figlia di 13 anni e un’amica, ma non sono state toccate.

Non è andata così al figlio 17enne della donna più volte abusato: lo avevano avvicinato con la scusa di una sigaretta per poi puntargli un coltello alla gola e spingerlo ad appartarsi con loro.