“Zero morti in Italia dal 19 Maggio”: lo studio americano fa sperare gli italiani.

7 Aprile 2020 - 20:02

“Zero morti in Italia dal 19 Maggio”: lo studio americano fa sperare gli italiani.

Il picco della pandemia di coronavirus in Europa dovrebbe verificarsi durante la terza settimana di aprile.

A prevederlo una ricerca effettuata  dall’Istituto per le Misurazioni e la Valutazione della Salute (IHME) nella Facoltà di Medicina dell’Università di Washington.

Secondo lo studio l’Italia, al netto di possibili ricadute dovute a un allentamento delle misure di distanziamento sociale, avrebbe superato la propria fase di picco, eccezion fatta per Calabria (picco previsto per oggi, 7 aprile) e Puglia (16 aprile).

Nel nostro paese la fase acuta della pandemia dovrebbe terminare il 19 maggio, quando dovrebbero verificarsi zero decessi, mentre al 4 agosto prossimo il numero complessivo di morti dovrebbe essere di 20.300 persone.

Il Dottor Christopher Murray, Direttore dell’IHME, ha commentato: “Settimane preoccupanti attendono molti Stati europei. Sembra probabile inoltre che il numero dei decessi ecceda le proiezioni attuali per gli Stati Uniti”.

Secondo la ricerca il numero di decessi in molti paesi è aggravato dall’offerta di posti letto negli ospedali, che è molto inferiore rispetto alla domanda di assistenza.

Mentre Italia e Spagna avrebbero raggiunto il picco epidemico altri paesi vi si stanno avvicinando rapidamente: tra questi ci sono l’Olanda, l’Irlanda, l’Austria e il Lussemburgo.

La Repubblica Ceca e la Romania sono a metà strada della traiettoria proiettata per questi paesi. Altre nazioni, inclusi il Regno Unito, la Germania, la Norvegia e la Grecia sono ancora all’inizio della traiettoria e vedranno il numero dei decessi aumentare rapidamente per raggiungere il picco nella seconda e terza settimana di aprile.

“È evidente senza alcuna ombra di dubbio che le misure di distanza sociale attuate e mantenute correttamente possono controllare l’epidemia e contribuire a ridurre il numero dei decessi”, sostiene Murray.

“Le nazioni colpite più duramente hanno attuato misure di distanza sociale e potrebbero ora aver superato il peggio, con notevoli progressi nella riduzione dei decessi.

La traiettoria delle rispettive nazioni cambierà –e drammaticamente in peggio – se si sceglierà di allentare le misure di distanza sociale o altre precauzioni analoghe”.

Murray osserva che allentare tali precauzioni troppo presto durante la prima ondata della pandemia potrebbe causare nuovi focolai, ospedalizzazioni e decessi.

“Per diminuire il rischio di una seconda ondata in luoghi in cui la prima ondata è controllata da misure importanti di distanza sociale, i governi dovranno prendere in considerazione test di massa, tracciatura dei contatti e quarantena per gli infetti fino a che un vaccino non sarà disponibile, con produzione e distribuzione di massa”, sostiene Murray. Fonte: Fanpage.