Yara, arriva il film sull’omicidio che sconvolse l’Italia : “La famiglia lo ha scoperto a cose fatte”. Bossetti continua a negare. Le ultime novità

5 Novembre 2021 - 13:47

Yara, arriva il film sull’omicidio che sconvolse l’Italia : “La famiglia lo ha scoperto a cose fatte”. Bossetti continua a negare. Le ultime novità

Incertezze, false piste, clamore mediatico e tentativi di manipolazione politica.

L’indagine per assicurare ,
alla giustizia l’assassino della tredicenne Yara Gambirasio.

È diventato un film in uscita su Netflix il 5 novembre.

Yara, prodotto da Pietro Valsecchi.

Sono passati 10 anni ,dal ritrovamento del corpo senza vita di Yara Gambirasio, la ginnasta 13enne ,di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010 ,
e il cui cadavere è stato scoperto ,
il 26 febbraio 2011 in un campo aperto a Chignolo d’Isola.

Il delitto, è tra quelli che più hanno segnato la storia d’Italia: il caso all’epoca ,ebbe una grande rilevanza mediatica, sia per la giovane età ,
della vittima, ma anche per l’efferatezza del crimine ,
e per le vicende che hanno portato all’individuazione dell’assassino.

Per l’omicidio nel 2018 ,è stato condannato all’ergastolo Massimo Giuseppe Bossetti, riconosciuto come unico colpevole.

Ecco, allora, tutte le tappe dell’omicidio di Yara Gambirasio,
dalla scomparsa alle ultime notizie sul caso.

Era il 26 novembre del 2010 ,quando si diffonde la notizia della scomparsa ,
di Yara Gambirasio .

La ragazzina, che all’epoca aveva 13 anni, si era recata intorno alle 17:30, presso il centro sportivo del suo paese, dove era solita allenarsi nella ginnastica ritmica.

Poi se ne persero le tracce.
Alle 18:44 il suo telefono cellulare, agganciò la cella di Ponte San Pietro in via Adamello, poi alle 18:49 la cella di Mapello, a tre chilometri da Brembate di Sopra, e alle 18:55 la cella di Brembate di Sopra in via Ruggeri.

Poi il nulla.
Dopo la denuncia venne aperto un fascicolo, per sequestro di persona ,
e si intensificarono le ricerche, con l’aiuto anche dei cani molecolari.

5 dicembre 2010: il fermo di Mohammed Fikri

La prima pista seguita dopo la scomparsa di Yara portò a Mohammed Fikri, 22 anni, operaio marocchino del cantiere edile ,
di Mapello dove i cani molecolari avevano rilevato l’ultima traccia ,
della ragazza.

Fu indagato per la scomparsa della 13enne ,a causa di un’intercettazione telefonica in cui parlava in arabo, rivelatasi poi priva di valutazione,
e la sua posizione verrà archiviata.

26 febbraio 2011: il ritrovamento del corpo di Yara

Esattamente tre mesi dopo la sua scomparsa, il corpo senza vita ,
di Yara fu ritrovato in un campo di Chignolo d’Isola, a pochi chilometri da Brembate di Sopra, in una terra desolata, tra capannoni e sterpaglie.

A fare la scoperta fu in maniera del tutto casuale un aeromodellista.

Sul cadavere, come confermeranno i risultati dell’autopsia, furono rilevati numerosi colpi di spranga, un trauma cranico, una profonda ferita al collo,
e almeno sei ferite da arma da taglio.

Gli inquirenti ipotizzarono che la morte fosse sopraggiunta in un momento successivo all’aggressione, a causa del freddo e dell’indebolimento dovuto alle lesioni.

16 giugno 2014: La prova del DNA e “Ignoto 1”

Massimo Bossetti, all’epoca 44 anni, sposato e padre di tre figli, muratore di Mapello incensurato, fu così arrestato il 16 giugno 2014.

A darne l’annuncio fu l’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

Il suo Dna nucleare fu trovato sovrapponibile ,con quello dell’uomo definito “Ignoto 1”, rilevato sugli indumenti intimi di Yara , nella zona colpita da arma da taglio.

Il 26 febbraio 2015 la Procura della Repubblica di Bergamo chiuse ufficialmente le indagini, indicandolo come unico colpevole, e chiedendone il rinvio a giudizio.

La dinamica dell’omicidio

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo che Yara ,
uscì dalla palestra il pomeriggio
del 26 novembre 2010, salì sulla macchina dell’assassino.

Venne minacciata, portata in un posto isolato, seviziata, accoltellata, stordita ,con tre colpi alla testa,
e lasciata morire di freddo ,
in un campo a una decina di chilometri da casa.

Quasi certamente dopo essere riuscita a fuggire, terrorizzata, allo sbando, ormai senza più forze.

Sarebbe morta la sera stessa della scomparsa, rimanendo “nel campo di Chignolo d’Isola dal momento della sua morte al momento del ritrovamento”.

Sul corpo fu trovata anche una X, che all’inizio si pensava fossero simboli di natura satanica.

1 luglio 2016: Massimo Bossetti è condannato all’ergastolo