Al Santobono, in pronto soccorso, più di 300 accessi al giorno. Nell’area critica arrivo incessante di bambini, la maggior parte con problemi respiratori. Tutti occupati i posti
letto di pediatria mentre l’area di Osservazione (Obi) del polo pediatrico del Vomero, filtro tra pronto soccorso e reparti, è quasi saturo anch’esso con 28 bambini
ricoverati su 30 posti in totale disponibili. E infine 20 apparecchi per l’assistenza ventilatoria ad alti flussi, che in circostanze normali bastano e avanzano, sono attualmente
tutti impegnati mentre il 90 per cento dei piccoli ricoverati risulta colpito da bronchioliti causate dal Virus respiratorio sinciziale. «Alcuni piccoli pazienti sono anche in rianimazione,
intubati ed in Terapia intensiva – avverte Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso del Santobono – l’unità di Patologia neonatale ha 3 pazienti in più in apposite piccole
lettighe e stamattina (ieri ndr) abbiamo chiamato lo Sten regionale (trasporto neonatale) per trasferire un neonato ricevendo risposta negativa per posti letto in altre strutture.
La centrale operativa regionale per i posti pediatrici ha invece dato la disponibilità di 1 solo posto ad Aversa». Eccola delineata dunque la “tempesta perfetta” delle cure
pediatriche in emergenza temuta da settimane dai pediatri del territorio e dagli specialisti del Santobono e del Policlinico. Quello che decenni fa fu denominato il “male oscuro”
oggi è in realtà una vecchia conoscenza in quanto causa, ogni anno, impegnativi cluster epidemici che sconta sempre una quota di decessi. Quest’anno, complici i lockdown del 2020, il virus
respiratorio sinciziale si è presentato in anticipo rispetto ai tempi del picco solitamente collocato tra dicembre, le feste di Natale fino a gennaio o febbraio.
Se a questo aggiungiamo la sovrapposizione dell’emergenza Covid – che complica tutto, nei percorsi come negli accessi e negli spazi da tenere separati – e l’imminente arrivo dell’influenza,
c’è ne è abbastanza per pensare alla necessità di una strategia di difesa. «Il cluster epidemico da virus respiratorio sinciziale – aggiunge Rodolfo Conenna, direttore generale del Santobono –
era atteso. Si tratta di una malattia che sconta ogni anno una certa mortalità nei pazienti più piccoli ma che oggi si presenta in anticipo sui tempi e con numeri superiori alle aspettative
inserendosi in un quadro organizzativo complicato dalla concomitanza di altre malattie respiratorie. Il Santobono è in assetto Covid con procedure e impegni logistici che richiedono più spazio
e più personale. Se dovesse sovrapporsi anche una escalation dell’influenza potremmo andare oltre il limite della governabilità soprattutto se consideriamo che nella
popolazione sotto i 12 anni nessuno è vaccinato contro il Covid e quasi nessuno contro l’influenza». In effetti la rete pediatrica è tutta da costruire a Napoli e provincia: oltre al Santobono,
tranne il San Paolo non ci sono molte strutture in grado di fare filtro. La stessa articolazione della pediatria di base è sotto stress e riversa negli hub (Santobono e policlinici) i casi più gravi.
Il Santobono ha già iniziato a impegnare alcuni spazi fisici esterni al corpo ospedaliero in spazi separati per la gestione dei codici bianchi. La risposta a cui pensa la Regione è un piano straordinario per
reclutare nuovi posti letto pediatrici. Si punta ad avere anche una maggiore disponibilità, nei festivi di pediatri di base in rete in punti strategici della città come ad aprile scorso per fronteggiare il Covid.