CASERTA – Arriva al «Vinitaly» la prima bottiglia di vino della Vigna della Reggia di Caserta. La vendemmia ha dato i suoi sperati frutti e, lunedì 11 aprile alle 11, il vino della Vigna della Reggia di Caserta
nel bosco di San Silvestro, curata dalla cantina vinicola «Tenuta Fontana», sarà presentato al Salone italiano del vino, uno dei maggiori al mondo. La conferenza stampa di presentazione si terrà nel padiglione della Regione Campania, nello Spazio Eventi della Camera di Commercio di Caserta.
«I vini di questa contrada sono eccellenti così bianchi come rossi, e sono de’ migliori del Regno, così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che
risvegliano nel palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli, e sono stimatissimi ne’ pranzi». Così i Re di Napoli, tra i monarchi più importanti d’Europa, parlavano del vino Pallagrello, della vite omonima, che fecero piantare anche nei giardini
della Reggia di Caserta, nel Bosco di San Silvestro, per poterlo produrre direttamente nelle Reali Delizie. Tanto era il loro amore per il vino, che vollero nel Vitigno reale proprio il Pallagrello bianco e nero, come è conosciuto oggi.
«Con orgoglio presentiamo il risultato tangibile di un grande lavoro di squadra del quale ringrazio Tenuta Fontana – spiega Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta – Un lavoro improntato alla
valorizzazione dell’identità del Complesso vanvitelliano: oggi Museo contemporaneo, vivo e attivo, al servizio della società e del suo sviluppo. Nel progetto di Re Carlo e Luigi Vanvitelli residenza reale, m
anche fucina di produttività e delle eccellenze del territorio. Un’occasione, per la Reggia di Caserta di far conoscere la sua storia, le sue origini e le sue molteplici vocazioni anche nel settore
enologico; per il pubblico, gli addetti ai lavori e il mercato di scoprire un prodotto unico al mondo, degno della tavola di un re».
Circa quattro anni fa la Reggia di Caserta, Museo del Ministero della Cultura e patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco, diretto allora da Mauro Felicori, ha affidato a «Tenuta Fontana» il
compito di prendersi cura della vigna. Il concessionario ha riscoperto, piantato e curato amorevolmente, ogni giorno, la vite di Pallagrello, l’antico Piedimonte, e la vite pian piano è rinata, divenendo prima uva e ora vino. E’ stata una grande sfida per l’azienda e per la Reggia di Caserta.
«Eravamo consci della delicatezza del ruolo che svolgevamo – spiegano Mariapina e Antonio Fontana, proprietari della Cantina, con sede a Pietrelcina, il paesino di San Pio – e lo abbiamo portato avanti con la maggior cura possibile e coordinandoci
continuamente con la Reggia e tutti gli studiosi che potevano darci indicazioni utili. Il risultato pensiamo sia un capolavoro dell’agricoltura e della vinificazione, però spetterà al pubblico deciderlo. Ma ancor più importante è stato il processo di rinascita, un simbolo per il Casertano ma anche per tutto il Sud».
La vigna originaria era quella che serviva le tavole e la cantina reale e aveva un’estensione di circa cinque ettari, di fronte alla Casina di San Silvestro. Nei secoli il bosco ha mangiato molto di questa
estensione ed è rimasto solo un ettaro di terreno libero, proprio di fronte al cancello d’ingresso della Casina. Ed è proprio quell’ettaro che è stato affidato a Tenuta Fontana, che l’ha ripulito e
rilanciato con l’aiuto di due grandi professionisti: l’enologo fiorentino Francesco Bartoletti e l’agronomo livornese Stefano Bartolomei e la consulenza di ong accreditata Unesco per il rispetto della convenzione sul patrimonio per la rivitalizzazione.
La Vigna di San Silvestro presso la Reggia di Caserta
Superficie: 1,2 ha
Terreno: Franco Sabbioso
Vitigno coltivato: Pallagrello bianco e Pallagrello nero da selezione Massale Portainnesto: 420 A
Sesto di Impianto: 2,50m x 0,80m
Brevi cenni sul Vitigno
Il vitigno Pallagrello viene coltivato in Campania ed è molto diffuso nella provincia di Caserta, con varietà bacca bianca e a bacca nera, caratterizzato da grappoli piccoli e con acini perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello, cioè piccola palla, in dialetto locale «U Pallarel».
Cenni Storici
Originario della località «Monticello» nel comune di Piedimonte Matese (origine attestata da un’epigrafe ancora apposta in questa località, realizzata per volere di Ferdinando IV di Borbone il quale impediva
categoricamente ai non autorizzati di attraversare i 27 moggi di vigna di pallagrello), se ne hanno numerose risultanze storiche, riconducibili secondo
alcuni addirittura alla «Pilleolata» romana. Famosissimo sino a tutto l’Ottocento, se ne traeva uno dei vini favoriti dai Borbone. Questi, che lo tenevano in gran conto, lo offrivano come
regalo di pregio ai propri ospiti e lo includevano, con il nome di “Piedimonte rosso” (dalla zona pedemontana del Matese da cui origina e dal nome del comune ove
più consistente insiste la produzione: Piedimonte Matese, già Piedimonte d’Alife), tra i vini presenti nei menu e nelle carte dei vini per le grandi occasioni, accanto ai più titolati vini francesi. Le
infestazioni di oidio e fillossera dei primi anni del Novecento, assieme alla decadenza sociale e politica delle regioni meridionali (ed al contemporaneo sviluppo industriale dell’agricoltura e
dell’enologia piemontese e toscana), ne decretarono una veloce scomparsa ed un sostanziale oblio nonostante le indubbie qualità ampelografiche. Rimaneva
essenzialmente come uva da taglio nelle vigne dei contadini delle zone di
produzione, sovente confuso con la Coda di Volpe o con cloni di Aglianico rinvenibili nell’area.
La Vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro
La sua bontà e fama lo hanno fatto diventare perciò anche il vitigno naturalmente destinato a essere coltivato per i sovrani nella Reggia di Caserta. Fu scelto per la sua coltivazione il Bosco di
San Silvestro, che dominava il Parco Reale. La Vigna divenne subito la più importante per servire e rifornire le reali tavole della Reggia di Caserta. Ma la caduta del regno fece abbandonare anche la vite, che praticamente sparì. Dei cinque ettari
destinati a vigna nel Bosco di San Silvestro, quando Tenuta Fontana ha cominciato a recuperare il vigneto, solo un ettaro di terreno era rimasto libero per la coltivazione: il resto era stato tutto riconquistato dal bosco.
Aspetti legati alla futura Vinificazione presso Tenuta Fontana
Il progetto legato alla rinascita della vigna di San Silvestro passa attraverso la massima valorizzazione del Vitigno protagonista di questo percorso. Per
ottenere questo scopo e avere una corretta maturazione del vino è stata scelta l’anfora di Terracotta come contenitore per l’affinamento del Pallagrello bianco e rosso, al fine di ottenere una maturazione
del vino senza interferenze da parte del contenitore e mantenere intatte le caratteristiche organolettiche del Vitigno.