“Vi prego non fatemi male anche oggi”. Calci, pugni e botte col bastone, il piccolo era anche costretto a mentire

12 Dicembre 2019 - 19:26

“Vi prego non fatemi male anche oggi”. Calci, pugni e botte col bastone, il piccolo era anche costretto a mentire

“Vi prego non fatemi male anche oggi”. Calci, pugni e botte col bastone, il piccolo era anche costretto a mentire

Famiglia degli orrori a Sant’Arpino, bimbo massacrato a colpi di bastone da mamma e zio. Nella mattinata odierna, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i Carabinieri della Compagnia di Marcianise e del Comando Stazione di Sant’Arpino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di due persone, un uomo e una donna di anni 34 e 30, nonché di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento nei confronti di un uomo di anni 53, per i reati di concorso in maltrattamenti in famiglia aggravati dalla minore età della vittima.

Gli indagati sono rispettivamente la madre, lo zio ed il nonno di un bambino. Le attività investigative hanno avuto inizio lo scorso mese di ottobre in seguito alla segnalazione di due insegnanti di una scuola di Sant’Arpino. Le due donne si erano accorte di alcuni lividi sul corpo del bambino.

Le indagini – condotte mediante l’utilizzo di videocamere nascoste e intercettazioni ambientali all’interno dell’abitazione – hanno consentito di raccogliere un grave quadro indiziario nei confronti degli indagati relativamente alle condotte poste in essere dagli stessi nei confronti del bambino.

Bimbo massascrato di botte, i dettagli

In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal GIP, la madre e lo zio utilizzavano nei confronti del minore, con cadenza giornaliera continue espressioni ingiuriose e minacciose. Sottoponevano il piccolo a violenze fisiche. Strattoni, calci, percosse anche con utilizzo di bastoni e manici di scopa. A vessazioni psicologiche (ad esempio, non chiamandolo mai con il suo nome).

Madre e zio picchiavano il piccolo anche in presenza del nonno convivente. Il bambino poi forniva false giustificazioni agli insegnati per gli ematomi cagionatigli.

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