Verona e Napoli hanno dato vita a una rivalità sportiva che nel tempo è diventata vera e propria letteratura. Un racconto per il quale bisogna ricorrere ad ogni eufemismo per rendere meno pesante il concetto abietto di odio da stadio.
Ma che di converso offre anche spunti di caratterizzazioni divertenti e ironiche. Non a caso persino Diego Maradona dovette affrontare il Verona al Bentegodi quale sua prima partita ufficiale in campionato.
Come fosse un debutto del fuoco. Era settembre del 1984. Il Napoli perse 3-1 e fu accolto a Verona dallo striscione “Benvenuti in Italia”. Oggi sarebbe condannato pubblicamente come discriminazione razziale.
Al tempo passò come sfottò. La risposta del San Paolo fu a tono. Il Verona trovò lo stadio di Fuorigrotta stracolmo di banane giganti. Come dire: benvenuti in Africa.
Ma la vendetta fredda la servì Maradona l’anno successivo. Il Bentegodi sfoggiò il meglio di sé con tematiche di interesse igienico: “Colerosi lavatevi”. “Usate acqua e sapone”.
Offeso e arrabbiato, Salvatore Carmando, massaggiatore storico azzurro, nell’intervallo entrò in lacrime nello spogliatoio. Diego lo abbracciò e gli promise giustizia.
Il Napoli perdeva 2-0 e rimontò 2-2 con una doppietta del D10S misericordioso. La doccia, fredda, se la fecero i veronesi. La copertina della “rivalità” però è certamente un’altra.
Quella dedicata allo striscione più famoso e “leggendario” che i napoletani si presero sfacciataggine e briga di portare al Bentegodi. “Giulietta è ‘na zoccola” una forma aggressiva, eppur sarcastica, che spoetizzò tutto il candore del capolavoro shakespeariano.
La scritta fece il giro del mondo e diventò uno slogan che, oltretutto, produsse varie ispirazioni di saggistica moderna. La verità, però, è che dal grande odio può nascere l’amore.
Perché il Napoli vinse il suo secondo scudetto anche grazie al Verona. Anzi la “fatal Verona”, quella che perseguita nella epopea rossonera la coda del Diavolo.
Ad aprile del 1990 il Milan giocò al Bentegodi e cadde proprio al 90esimo perdendo la corsa scudetto con gli azzurri. Il Napoli festeggiò il secondo tricolore e urlò per la prima volta: “grazie Verona”. Come per magia, la virtù di Giulietta tornò illibata…
Bruno Marra