Una delle priorità del prossimo Papa sarà risanare i conti ormai in rosso del Vaticano. Quindi risanare le finanze della Santa Sede sarà una priorità del nuovo
Santo Padre. Se n’è parlato anche nelle congregazioni generali di questi giorni. La Santa Sede si regge economicamente su donazioni, attività culturali e
finanziarie. Nessuna entrata fiscale. Ma anche la generosità dei fedeli, negli ultimi anni, è calata sensibilmente. Lo dimostra il bilancio dell’Obolo di
San Pietro: 52 milioni di euro in entrata, 103 in uscita. L’unica eccezione resta l’Apsa, la banca centrale del Vaticano, che chiude in attivo. Una situazione che
preoccupa e sulla quale è intervenuto più volte anche Papa Francesco. Durante la pandemia aveva chiesto ai cardinali un sacrificio economico,
tagliando le loro indennità di circa 500 euro al mese. Poi, lo scorso autunno, un ulteriore taglio di altri 100 euro per contribuire alla riduzione
del deficit. Ma resta il nodo pensioni. Lo stesso Papa Francesco, in una lettera ai cardinali, ha scritto che servono “provvedimenti strutturali
urgenti, non più rinviabili”. Un cardinale, in questi giorni, ha dichiarato che il deficit sarà un problema molto grave per il prossimo Papa.
E ha aggiunto: “Servirebbe un miracolo”. In attesa del miracolo, la Santa Sede ha avviato una spending review per cercare di ridare ossigeno ai conti vaticani.
L’urgenza è dettata dai numeri: dal Covid in poi i bilanci sono costantemente in negativo. Meno 78 milioni di euro nel 2022, meno 83 l’anno dopo, e ancora circa meno 70 nel 2024. Fonte Tgcom24.