Il gup di Roma ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile dei familiari e del compagno di Valeria Fioravanti, morta a 27 anni dopo essere stata visitata in diverse strutture sanitarie della capitale.
Una storia iniziata il 25 dicembre del 2022, quando la donna si era recata in una struttura ospedaliera della capitale per rimuovere un ascesso.
Da lì l’accesso in altri ospedali fino al decesso: quattro giorni dopo l’intervento si era presentata al Policlinico Casilino per una forte cefalea associata ad altri sintomi e il 4 gennaio all’ospedale San Giovanni per dolori su tutto il corpo.
Quindi, in sostanza, si trattava di una meningite che però è stata «scambiata per un mal di testa».
Il 6 gennaio il ritorno, poi, al pronto soccorso del San Giovanni e da lì la conferma di una meningite acuta in corso.
Dopo il trasferimento in un’altra struttura della capitale, mentre era già in coma, Valeria Fioravanti è morta il 10 gennaio.
Nel corso dell’udienza preliminare la procura ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per tre medici, uno del Policlinico Casilino e due dell’ospedale San Giovanni. Richiesta a cui si sono associate le parti civili rappresentate dagli avvocati Leonardo Lener, Kevin Chiani e Andrea Thau.
La procura contesta, a vario titolo, di aver sottovalutato il quadro clinico e di non aver effettuato una valutazione neurologica approfondita. La decisione del gup è attesa per il prossimo 27 giugno.