Intervista a Valeria Cavalli
A Un Passo dal Cielo 6 – I Guardiani, la fiction campione d’ascolti con protagonista Daniele Liotti
in onda su Rai Uno, arriva anche Valeria Cavalli. L’attrice sarà infatti tra le guest star dell’episodio
in onda il prossimo 15 aprile. Un impegno a cui seguiranno le partecipazioni in due produzioni:
il film francese Super Héros Malgré Lui e la serie tv internazionale Germinal, tratta dal romanzo di Emile Zola.
Valeria, giovedì 15 aprile 2021 sarà tra le guest di Un Passo dal Cielo 6 – I Guardiani.
Cosa mi può dire del personaggio che andrà ad interpretare?
“Sì, non posso svelare più di tanto. Sarò la Principessa Volpi. E’ una donna aristocratica e, ovviamente,
poco simpatica. Non è la tipica principessa con tutte le ‘roselline’ nei capelli, ma il contrario. A tratti,
è persino altezzosa. Ha un problema da risolvere con una familiare che dà sfogo a tutto quel “suo cinismo
dal sangue blu”, come lo hanno definito gli autori. Ho interagito con vari personaggi della serie, tra cui
quello interpretato da Serena Iansiti. C’è una scena corale dove questa Principessa sarà davvero antipatica.
La regia di questo episodio, che si intitola Il Leone della Montagna, è stata curata da Cosimo Alemà. Non
lo conoscevo, né mai avevo lavorato con lui. Ho trovato un professionista, oltre che una persona molto simpatica.
Sono stata piacevolmente sorpresa dal suo modo di lavorare. Ho visto altri suoi lavori. E’ un bravissimo regista.
Ho girato l’episodio tra agosto e settembre, periodo in cui c’era poco lavoro per tutti. Per me, è stato piacevole
poter rilavorare. A seguire, ho fatto delle cose in Francia”.
La fiction è stata girata in Veneto, giusto?
“Esatto. A San Vito di Cadore. Il tempo era bellissimo, così come il posto. Conoscevo l’altro lato delle Dolomiti,
come Cortina, ma non Cadore. Arrivando a San Vito si va anche in quei vigneti dove si produce il vino Valdobbiadene.
Abbiamo girato anche in notturna e non faceva nemmeno freddo, considerando che era già a settembre e in montagna
le temperature tendono a diminuire. I paesaggi di quei posti sono davvero incredibili, anche se personalmente non li
ho vissuti più di tanto sul set. Ho girato nel castello della Principessa Volpi e nel parco dello stesso. Quando ho avuto
dei momenti liberi, mi sono goduta quei posti, respirando quell’aria buona”.
Prima mi ha accennato ad alcuni lavori in Francia. Quali sono?
“Uno è al cinema. Si tratta di una commedia, che si intitola Super Héros Malgré Lui. E’, come le dicevo, una commedia burlesca, con travestimenti, colpi di scena e situazioni assurde. Il regista è Philippe Lacheau. Forma insieme a Elodie Fontan,
Julien Arrouti e Tarek Boudali, il regista e interprete di Sposami Stupido!, la troupe comica de La Bande à Fifi.
In Francia sono molto conosciuti; in Italia sono arrivati dei film loro come Babysitting. Data la pandemia, non
si sa quando questo ultimo film uscirà, ma ho fatto la sincronizzazione del doppiaggio un mese fa. Suppongo
che andrà nelle sale, quando la Francia uscirà da questo confinamento. Poi c’è una co-produzione internazionale,
che vede coinvolti attori francesi, italiani, belga, che si intitola Germinal. E’ tratta dal romanzo di Emile Zola.
Il regista è David Hourrègue e nel cast, insieme a me, c’è anche Stefano Cassetti. E’ ambientata a fine ‘800 nelle
miniere francesi. E’ il primo grande romanzo rivoluzionario sugli argomenti della gleba europea che lavorava nelle
miniere, che cominciava a risvegliarsi e ad avere i primi sussulti socialisti. Io faccio parte del giro dei borghesi,
mentre Cassetti degli operai. La produzione è Banijay Francia. Tutto questo ha fatto sì che riuscissi a lavorare nel
2020 fino a fine anno, in seguito alla pandemia. Adesso aspetto i risvegli primaverili dei casting, sperando che si
riprenda a fare delle cose interessanti. Per fortuna, c’è tanta gente che sta lavorando perché hanno trovato il
modo di non fermare le produzioni”.
Immagino che in Francia la situazione per le produzioni sia un po’ come in Italia, dove bisogna sottoporsi costantemente ai tamponi.
“Sì, bisogna farli, anche se spesso risultano positivi, con un risultato falsato. Un tampone può venire male.
Quando ho girato Germinal, ad esempio, sono rimasta a Parigi per tre mesi, pur non andando sul set tutti i giorni.
Non potevo permettermi di ritornare in Italia, per paura di restare bloccata e non poter finire le riprese. Questo
complica senz’altro un po’ la vita, ma ben venga. E’ il minore dei problemi. Inoltre, c’è il rischio quando ci sono
le scene con tante comparse, se non sono sempre le stesse, di prendersi il Covid. Quando giravo in Francia, c’erano
molte produzioni che, di tanto in tanto, si fermavano per una settimana per via dei vari casi che subentravano.
C’era sempre l’ombra del Covid, insomma. Anche Germinal, in un periodo in cui non giravo, ha cambiato le comparse
nelle miniere nere del Belgio. In una scena di massa, il regista, l’aiuto-regista e tutti quelli attorno a loro si sono ammalati.
Per fortuna, tutta gente giovane e sana che se l’è cavata con un periodo breve di malattia, anche se uno soffriva di asma
ed è stato ricoverato in ospedale. Ogni produzione deve tenere conto di un eventuale stop”.
Una situazione sicuramente non facile…
“Senz’altro questo complica molto i piani di lavorazione, soprattutto di chi ha più film da fare. Una cosa che era complicata già da prima, perché si dovevano far coincidere i diversi piani di lavorazione e mettersi d’accordo. Con lo spetto del Coronavirus diventa quasi impossibile. Si fa prima un film, poi un altro appena si finisce. Sennò si rischia di mettere a repentaglio tutto quanto”.