Nella provincia di Cosenza dopo il suicidio di un dottore, responsabile della campagna vaccinale, adesso la sospensione e le intercettazioni choc nei confronti di un suo collega tutt’altro che irreprensibile.
L’ultima accusa, in ordine di tempo, è di aver somministrato tamponi e vaccini non secondo necessità e priorità, ma in nome dei rapporti di amicizia e parentela.
Per i magistrati della Procura di Paola guidata da Pierpaolo Bruni, il dottore Vincenzo Cesareo, interdetto per 12 mesi dalla professione e indagato per truffa, falso in atti pubblici e turbata libertà nella scelta del contraente, da tempo avrebbe usato mezzi e bilanci degli ospedali di Cetraro e Paola di cui era direttore sanitario per scopi molto personali.
Dall’auto dell’ospedale a visite, esami e tamponi fatti avere ad amici e parenti, Lo hanno scoperto i carabinieri dei Nas di Cosenza che per circa dieci mesi hanno seguito e intercettato il dottore, che neanche nei mesi più duri della pandemia ha smesso di utilizzare mezzi e servizi dell’ospedale come sue esclusive proprietà.
Il professionista avrebbe, tra l’altro, accompagnato amici e parenti in aeroporto, si sarebbe recato a fare acquisti al centro commerciale di Salerno, avrebbe portato a pranzi e cene, anche fuori Regione, i propri familiari e altri soggetti a lui legati da vincoli personali.