Uno studente di medicina di 29 anni si è suicidato negli scorsi giorni nell’appartamento che condivideva con la sorella a Chieti Scalo.
In 42 pagine di diario il ragazzo ha raccontato le motivazioni del suo gesto estremo:
la sua vita era “inutile e inconcludente”, anche a causa di un percorso universitario non facile e delle bugie dette ai genitori sugli esami sostenuti.
A trovare il corpo senza vita del ragazzo è stata la sorella,quando rientrata a casa,lo ha trovato impiccato ad una corda.
“Quando scompare un giovane è tutta la comunità a restare colpita e bisogna domandarsi cosa non siamo stati in grado di dare loro”, ha commentato la sindaca di Oria, Maria Lucia Carone, mentre Diego Ferrara, primo cittadino di Chieti, ha detto che si tratta di “una perdita dolorosa per la famiglia alla quale ci stringiamo. Un episodio che richiama tutti alla delicatezza del momento che stiamo vivendo”.
La vicenda del giovane brindisino non è però isolata. Per questo l’Unione degli Universitari ha denunciato il sistema che sta facendo troppe vittime. “Pressione sociale, paura di fallire, sensi di colpa, bugie, il mondo universitario è diventato sempre di più un luogo di depressione e ansia quando dovrebbe essere una fucina di idee, studio, curiosità e approfondimento, serve un cambio di rotta: più servizi per il benessere psicologico; una nuova visione di università dove vengono rispettate le persone per le loro competenze e qualità, decostruendo la narrazione meritocratica e la retorica delle migliori”, si legge in una nota.
Fonte: Fanpage