Gli studenti fuori sede in italia sono più di 750mila e, secondo le stime dell’unione degli universitari, la maggior parte di loro non andrà a votare alle prossime elezioni politiche.
L’unica data disponibile, il 25 settembre, cade in piena sessione d’esame. Ma la ragione è soprattutto economica: con l’aumento dei prezzi per i mezzi di trasporti, votare, per gli studenti, è diventato un lusso. Un treno di andata e ritorno da Milano a Napoli, acquistato oggi, costa sui 150 euro con Trenitalia. Un volo da Torino a Bari, con la compagnia nazionale Ita, non costa meno di 200 euro.
“Auspichiamo che la politica si faccia carico di questa problematica. È Un tema che inciderà sui flussi elettorali- spiega all’agenzia di stampa dire giovanni sotgiu, coordinatore nazionale dell’Udu (unione degli universitari)- c’è un’intera generazione che si sente tagliata fuori”. È Il cosiddetto “astensionismo involontario”.
Per Sotgiu, il problema principale è quello economico: per uno studente universitario, tornare nel luogo di residenza solo per votare “è insostenibile sia con mezzi privati, che spesso gli studenti non hanno, che con treni e aerei”. È Vero che esiste la possibilità di usufruire di scontistiche (tra il 40% e il 60% in meno), ma “va trovata una soluzione strutturale”, dice il coordinatore di Udu. Secondo Giovanni Sotgiu, “il dramma è che queste sono le prime elezioni in cui voterà un’intera generazione che sente molto da vicino alcune battaglie civili e l’impegno politico”.