Una lista che gli stessi autori e anche diversi attori definiscono “scandalosa”, per alcune evidenti e inspiegabili omissioni.
Il nostro amato Toni Servillo entra subito tra i primi posti di una top 25, che si apre con Denzel Washington.
Ideatore della classifica è il giornalista e critico statunitense – Anthony Oliver Scott – insieme a una delle principali critiche cinematografiche per il NY Times – Manohla June Dargis, cinque volte finalista del Premio Pulitzer per la critica.
Gli autori in questione si mostrano comunque aperti alla discussione, definendo certamente opinabile la loro stessa scelta, che non vuole (né tantomeno potrebbe) essere dogma.
Tuttavia specificano che si tratti di un tentativo di bilancio degli ultimi vent’anni.
«Alcuni nomi sono nuovi, altri sono con noi da decenni. Nella nostra scelta ci siamo concentrati su questo secolo e guardato oltre Hollywood. Ci sono star e alcuni premi Oscar, ma anche caratteristi e camaleonti, eroi di azione e beniamini dei “cinema d’essai”. Sono le 25 ragioni per cui amiamo il cinema», le parole dei due critici.
Motivo di grande soddisfazione per noi è senz’altro il piazzamento di Toni Servillo al settimo posto.
Nel tributo ai grandi interpreti del Cinema, i giornalisti ricordano l’attore nei panni di Jep Gambardella ne “La Grande Bellezza”.
Ma più in generale si evidenzia il modo in cui Servillo abbia «sviluppato una simbiosi» con il regista Paolo Sorrentino. Rapporto che ricorda alcune delle grandi collaborazioni del passato, come quella tra Martin Scorsese e Robert De Niro, se non proprio Federico Fellini e Marcello Mastroianni.
Servillo «è stato l’avatar» con cui Sorrentino ha «scavato nella corruzione e nell’ipocrisia», scrive, il NYT.
«Con la sua bella faccia, segnata dalle rughe e l’impeccabile eleganza – aggiunge, il critico – Servillo evoca una versione più solida della “farfalla sociale”, che Marcello Mastroianni fu nella Dolce vita».Ma l’attore italiano, secondo il Times, va oltre la satira:
«Come un attore shakespeariano che affonda nella maestà e mostruosità di re antichi o immaginari, Servillo cattura la stravagante umanità e il profondo mistero di uomini, che vivono per piegare il mondo alla loro volontà. Ma anche la loro solitudine».
In ogni caso, a parte il nostro motivo d’orgoglio per la posizione di Toni Servillo – e la più che giusta presenza di alcuni come Denzel Washington, Joaquin Phoenix, Oscar Isaac (strano che manchino anche altri attori latino-americani), Willem Dafoe – la lista appare alquanto bizzarra. Soprattutto se consideriamo chi lasciamo, inspiegabilmente, fuori.
La lista completa dei 25 attori include: Denzel Washington, Isabelle Huppert, Daniel Day-Lewis, Keanu Reeves, Nicole Kidman, Song Kang Ho, Toni Servillo, Zhao Tao, Viola Davis, Saoirse Ronan, Julianne Moore, Joaquin Phoenix, Tilda Swinton, Oscar Isaac, Michael B. Jordan, Kim Min-hee, Alfre Woodard, Willem Dafoe, Wes Studi, Rob Morgan, Catherine Deneuve, Melissa McCarthy, Mahershala Ali, Sonia Braga e Gael García Bernal.
Viene da pensare che magari i due critici debbano essersi concentrati non esclusivamente sugli attori.
Ma avranno forse posto la loro attenzione soprattutto su quei generi di film che devono aver preferito con maggiore frequenza.
C’è anche da dire che, in fin dei conti, una lista di soli 25 non può essere abbastanza sufficiente.
Volendo riflettere un attimo:
nel tentativo di includere attori di ogni provenienza, quindi perché non una “doppietta (se non addirittura tripletta) italiana” con il camaleontico Luca Marinelli? E perché non anche un altro nostro orgoglio, come Pierfrancesco Favino o Elio Germano?
Fantasticando ancora: che fine ha fatto, il talentuoso e carismatico Leonardo Di Caprio? E un James McAvoy?
E l’intensa Kate Winslet? Davvero le interpreti della lista non hanno nulla da invidiare ad una Meryl Streep?
Un fuoriclasse come Jeremy Irons dov’è? Ma forse proprio perché fuoriclasse, deve essere difficile da trovare in una classifica…
Ci chiediamo, dunque, dove mai siano finiti, alcuni tra quegli assoluti “mostri sacri”, come ad esempio Al Pacino.