Nel 2019 si è tolto la vita un giovane 17enne a causa degli avvenimenti in aula.
In una scuola romana un ragazzo venne preso di mira dal suo docente di matematica che lo prendeva in giro ogni giorno.
Era un giovane fragile, stava male e lo aveva raccontato ad alcuni compagni di classe, a cui aveva addirittura annunciato l’intenzione di togliersi la vita. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso di mezzi di correzione aggravato dalla morte. Il professore andrà quindi a processo, con la prima udienza in Corte d’Assise che è stata fissata per l’aprile del 2023.
Come detto, Luca aveva raccontato ai suoi compagni di stare male, aveva detto loro che si sarebbe tolto la vita, ma nessuno pensava che avrebbe davvero fatto quel gesto estremo. Decisive, per incriminare il docente, sono state le dichiarazioni dei ragazzi, che hanno confermato quanto avveniva in classe. Il professore, secondo le loro ricostruzioni, in effetti aveva preso di mira il 17enne, lo prendeva in giro e questo creava malessere nel ragazzo. La preside (all’epoca dei fatti) dell’istituto romano ha dichiarato che quel docente era inadatto ad insegnare, ma che lei non aveva alcun potere per rimuoverlo. Adesso quel professore dovrà rispondere dell’accusa di abuso di mezzi di correzione aggravato dalla morte. Alla base del suicidio del 17enne, infatti, potrebbero esserci proprio il suo comportamento con l’alunno.
Fonte: fanpage