UN, Due e Tre e la banca non c’è più approfondimento di Mino Cuciniello

30 Maggio 2022 - 6:51

UN, Due e Tre e la banca non c’è più approfondimento di Mino Cuciniello

E’ di qualche giorno fà la notizia dell’apertura di un nuovo museo con il nome di Gallerie d’Italia in una parte dell’edificio dell’ex banco di Napoli in via Toledo. Lo storico palazzo venne edificato nel 1939 e per anni è stato il più grande centro di potere del mezzogiorno. Le cose, poi, sono andate come sappiamo e la banca è stata assorbita dall’Istituto San Paolo di Torino che in un riassetto del patrimonio immobiliare ha deciso di trasformarlo in un nuovo spazio museale con tanto di ristorante, pronto tra qualche mese, sulla terrazza dell’ ormai ex banca.

La trasformazione di uso del palazzo del Banco di Napoli è sola l’ultima tra le tante che hanno interessate i molti edifici di via Toledo che nel corso di decine e decine di anni sono stati utilizzati per ospitare filiali o sedi di grandi gruppi bancari. La lunga serie di banche, che hanno chiuso i loro spazi, iniziava da piazza Trieste e Trento dove ad angolo con via Toledo c’era una

importante filiale del Banco di Roma. Sempre sul lato destro per chi procede verso piazza Carità, si trovava la sede napoletana della banca Nazionale dell’Agricoltura che si estendeva anche nei locali fronte strada ed ai piani superiori del palazzo della Galleria Umberto I dove oggi c’è Zara. Superato l’incrocio con via Santa Brigida c’era la Banca Commerciale Italiana che aveva sede nello storico palazzo Zevallos, subito dopo si incontrava per l’appunto il Banco di Napoli ed ancora dopo il Ponte di Tappia c’erano

l’Istituto Bancario Italiano ( prima banca a chiudere), i cui locali andarono in fitto ad un punto vendita della Walt Disney, e la sede napoletana della Banca Nazionale del Lavoro al momento tuttora in piena attività, seppur di tanto in tanto si vocifera che la Rinascente per riaprire a Napoli sarebbe interessata al palazzo. Prima di arrivare in piazza Carità, questa volta sul lato sinistro, dagli anni novanta, nello stabile che fu occupato dall’albergo Regina e dal cinema Sala Roma, si andò ad insediare la sede

napoletana del Banco di Santo Spirito avendo lasciato i suoi iniziali locali di via dell’Incoronata. In piazza Carità c’erano ancora altre banche tra le quali una filiale del Banco di Roma, ma al momento resta operante solo la Banca Popolare di Milano. Infine nel palazzo del Conservatorio dello Spirito Santo si trovava l’importante sezione del credito fondiario del Banco di Napoli.

Tutte questo concentramento di banche in via Toledo ex via Roma era dovuto al fatto che l’arteria napoletana era considerata come il cuore pulsante della vita commerciale ed imprenditoriale della città, inoltre erano vicinissime alla Banca d’Italia, da sempre definita come la banca delle banche, che fino al 1955 ebbe la sua sede nella Galleria Umberto I per poi trasferirsi nell’attuale palazzo di via Cervantes angolo piazza Municipio dove in una parte dell’ edificio era ospitato anche l’Isveimer. La vicinanza alla

Banca d’Italia era voluta oltre ad un fatto di prestigio ma anche per motivi lavorativi poiché nel palazzo della banca centrale ogni giorno si incontravano per la stanza di compensazione tutti i rappresentanti degli istituti di credito presenti sul territorio napoletano che erano sottoposti al controllo dell’Ufficio Vigilanza della Banca d’Italia. Per questa ragione man mano che venivano costruiti i palazzoni della nascente city cittadina molti locali furono locati a sedi o filiali di alcune principali banche, come la

Banca Fabbrocini al Largo Torraca, il Monte Paschi di Siena in via Guantai dove si aggiunsero il Credito Campano, che in seguito sarebbe diventato Banca Popolare di Novara, la Banca Popolare di Napoli e la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde mentre in via dell’Incoronata trovò spazio il Banco di Santo Spirito per poi essere trasferito in via Toledo. Altrettanto vicine erano le sedi delle altre banche come quelle in via Verdi della Banca Sannitica, attuale Banco Popolare, del Credito Italiano oggi Unicredit,

della Banca Popolare di Sviluppo ora in via Pisanelli, Banca Popolare di Bari, e Banco di Roma che tra qualche anno il bellissimo palazzo in stile Umbertino sarà trasformato in un albergo a cinque stelle. Anche nella vicina via Santa Brigida c’ erano la Banca dei Comuni Vesuviani e la Banca d’America e d’Italia che oggi si chiama Deutsche Bank. Infine in via Depretis si trovava la sede della Banca di Calabria mentre a piazza Bovio la sede della Banca della Provincia di Napoli ed infine va ricordata in via Medina la

filiale napoletana dell’American Express. Quanto sopra descritto era il panorama bancario a Napoli sino a metà anni ottanta del ‘900, poi tra fusioni, incorporazioni e cessioni il mondo bancario iniziò a subire una profonda trasformazione anche perchè le calcolatrici, le macchine da scrivere e soprattutto le penne lasciarono spazio ai sistemi telematici apportando dei radicali

mutamenti organizzativi con conseguente riduzione del personale. Pertanto le imponenti ed enormi sedi delle banche iniziando a restare parzialmente vuote alcune sono state rimpicciolite, lasciando una parte dei locali, altre addirittura chiuse e proprio negli spazi lasciati vuoti oggi stanno nascendo musei, grandi magazzini o in punti di ristoro.