Il governo Meloni approva il quarto decreto Aiuti che, come annunciato, stanzia circa 9 miliardi di euro per intervenire principalmente sulle questioni legate alla crisi energetica.
Il cosiddetto “bonus bollette”, che in realtà è un “fringe benefit” che può essere dato dalle aziende private ai propri dipendenti senza pagarci le tasse sopra, passa da 600 a 3mila euro. La soglia per questo tipo di ‘premi aziendali’ era stata alzata dal governo Draghi con il decreto Aiuti bis, da 258,23 euro a 600 euro. Ora, il nuovo rialzo quintuplica la cifra massima che può essere erogata dalle aziende. Non cambiano le modalità per richiedere il “bonus bollette” né il suo funzionamento: questo non fa parte del reddito imponibile di chi lo riceve, e l’azienda lo può dedurre interamente dal proprio reddito.
Inoltre, si conferma ancora la proroga per il taglio delle accise sui carburanti: sarebbero scaduti il 18 novembre, invece vengono rinnovati fino al 31 dicembre.
Come era stato annunciato, il decreto interviene anche con alcune modifiche al superbonus 110%. Nel 2023, la percentuale di sconto sui costi per lavori edilizi di efficientemente energetico passerà dal 110 al 90%. Il bonus viene prolungato anche per le villette unifamiliari, ma in questo caso c’è limite di reddito di 15mila euro all’anno, che può variare in base al reddito degli altri componenti del nucleo familiare.
Infine, il governo interviene anche alzando il tetto al contante: nel 2023, la soglia massima di contante con cui è possibile pagare passerà da 1000 euro a 5mila euro. Attualmente la soglia è di 2000 euro, ma era previsto che si sarebbe abbassata a 1000 dal primo gennaio dell’anno prossimo.
Fonte: fanpage