Un vero leader,Mikhail Gorbaciov è venuto a mancare.
È deceduto all’età di 92 anni,l’ex segretario del partito comunista dell’Unione Sovietica.
Un uomo che ha tentato di portare delle vere e proprie riforme nell’Unione Sovietica.
Egli è stato il grande innovatore, l’uomo della glasnost, della perestroika, del disperato sforzo per far arrivare l’Unione Sovietica che era stata di Breznev di Andropov e di Cernienko ad essere una potenza al passo con il progresso, la ricchezza e l’innovazione delle democrazie, in una sfida che non era più di contrapposizione ma di collaborazione.
Due eventi passati alla storia sono i due vertici mondiali tenuti con Ronald Reagan a Ginevra, nel 1986, e a Reykjavik nel 1987: lì gli accordi, la possibilità di disarmo, la fine della sfida che aveva portato più volte il mondo nel secondo dopoguerra sull’orlo di una crisi irreparabile, tutto sembrava a portata di mano.
Dopo questi eventi però lo storico leader dovette abbandonare la scena politica a causa della sfida interna che si venne a creare, di un sistema-paese che non accettava che l’avventura sovietica finisse così, 70 anni dopo la Rivoluzione d’Ottobre: il tentato golpe del 1991, l’invalersi sulla scena di Boris Yeltsin, il traumatico passaggio delle consegne. Tutto questo segnò la fine dell’era di Gorbaciov. Da allora però fino a oggi circondato dall’affetto di quella parte dell’Occidente che aveva sperato in lui.